Questo è un primo ostacolo per un accordo sulla migrazione molto controverso. Il piano del governo italiano di trasferire parte delle richieste di asilo in Albania è stato bloccato mercoledì 13 dicembre dalla Corte Costituzionale albanese, che ne ha sospeso la ratifica.
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Con il nostro corrispondente regionale, Louis Seiller
E’ una vittoria per l’opposizione albanese e per gli attivisti per i diritti umani. Mercoledì 13 dicembre i giudici della Corte Costituzionale hanno deciso di esaminare i molteplici ricorsi presentati negli ultimi giorni contro questo accordo.
Il testo, firmato il mese scorso tra i due governi albanese e italiano, mira in particolare a questo inviare e trattenere in Albania le persone soccorse in mare dalle autorità italiane.
Secondo i deputati dell’opposizione, questo progetto portato avanti dall’estrema destra italiana al potere viola la Costituzione albanese, così come numerosi trattati internazionali. La perdita di sovranità causata dalla creazione sul territorio albanese di centri di detenzione gestiti dall’Italia richiederebbe l’accordo del presidente albanese, e non semplicemente un voto in Parlamento.
Queste argomentazioni sono state ascoltate dai giudici e l’accordo che doveva essere ratificato giovedì 14 dicembre dalla maggioranza socialista è quindi sospeso. I magistrati hanno ora tempo fino all’inizio di marzo 2024 per formulare una sentenza. Criticato dal Consiglio d’Europa e da numerose ONG, questo progetto prevede il finanziamento da parte dell’Italia di due centri nel nord dell’Albania che possono ospitare fino a 3.000 migranti alla volta, e fino a 36.000 all’anno.
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