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L’accordo tra Italia e Albania sui centri di accoglienza preoccupa il Consiglio d’Europa

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L’accordo tra Italia e Albania sui centri di accoglienza preoccupa il Consiglio d’Europa

ASILO

L’Italia aprirà due centri in Albania, uno stato non membro dell’UE, per accogliere i migranti salvati in mare

La questione migratoria continua a dividere l’Europa. L’inaugurazione prevista nel Albania centri di accoglienza per i migranti soccorsi in mare dallaItalia preoccupa il Consiglio d’Europa, che lunedì ha affermato di temere violazioni dei diritti dei rifugiati.

Roma e Tirana hanno firmato la settimana scorsa un accordo che prevede che l’Italia apra due centri in Albania, che non è membro dell’Unione Europea, per accogliere i migranti. Questi centri potranno ospitare fino a 3.000 persone migranti dalla primavera del 2024, ovvero circa 39.000 all’anno, secondo le previsioni del governo italiano Giorgia Meloni.

Un accordo con “molte ambiguità giuridiche”

Per la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, questo “regime di asilo extraterritoriale è caratterizzato da numerose ambiguità giuridiche”. Ciò rischia di “portare a un trattamento diverso tra coloro la cui domanda d’asilo verrà esaminata in Albania e coloro per i quali ciò avverrà in Italia”, ha stimato Dunja Mijatovic. Queste misure “aumentano il rischio per i rifugiati e i richiedenti asiloasilo e migranti che subiscono violazioni dei diritti umani”.

L’Italia, di fronte a un afflusso di migranti da gennaio (145.000 rispetto a 88.000 nel 2022 nello stesso periodo), ha lanciato un appello alla solidarietà dei suoi partner europei, senza molti risultati finora.

A Roma si è sollevata l’opposizione al governo di Giorgia Meloni contro la firma di questo accordo. Ciò si è concluso “nel rispetto delle norme giuridiche internazionali che regolano i diritti dei richiedenti asilo”, ha assicurato da parte sua il ministro degli Interni albanese, Taulant Balla. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) da parte sua ha chiesto “il rispetto del diritto internazionale relativo ai rifugiati”, mentre la Commissione europea ha indicato di aver richiesto “informazioni dettagliate” al governo italiano.

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