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La storia di batteri pericolosi

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La storia di batteri pericolosi

Prima del diciottesimoe secolo, Pseudomonas aeruginosa Erano batteri innocui che vivevano negli stagni, nei ruscelli e sulle piante. Oggi questo agente patogeno provoca 500.000 morti ogni anno ed è considerato una priorità assoluta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Lo ha spiegato a luglio La giornalista Jessica Mozzo al giornale El Pais.

studio Pubblicato sulla rivista scienze Ha permesso agli scienziati di tornare indietro nel tempo e ricostruire l’evoluzione P. aeruginosa Negli ultimi 200 anni sono stati analizzati circa 10.000 campioni di questi batteri provenienti da esseri umani, animali e ambiente.

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Questo lavoro ha permesso loro di scoprire la presenza di alcuni batteri durante questi due secoli P. aeruginosa Sono riusciti ad acquisire nuovi geni per infettare gli esseri umani. I ricercatori hanno chiamato queste versioni “migliorate” dei cloni pandemici.

Gli scienziati ne hanno così identificati 21. Il primo probabilmente è apparso intorno al 1890. Tra il 1900 e il 1950 sono comparsi sei nuovi cloni, poi altri 12 tra il 1950 e il 2000. Ciascuno aveva vissuto un periodo di espansione, ovvero un momento di rapida riproduzione e diffusione nel mondo.

L’aumento della frequenza di questi eventi di espansione può essere in parte spiegato dall’inquinamento atmosferico: i ricercatori ritengono che ciò aumenti la suscettibilità alle infezioni. Anche la sovrappopolazione in alcune città e i movimenti migratori hanno contribuito alla diffusione dei cloni epidemici, e hanno contribuito alla diffusione delle epidemie a partire dal XX secolo. Oggi si ritiene che i 21 cloni identificati siano responsabili della metà di tutte le infezioni causate da P. aeruginosa.

Pericolo per i pazienti

Batteri P. aeruginosa Sono così diventati quelli che chiamiamo batteri opportunisti, nel senso che non infettano le persone sane, ma possono causare infezioni in coloro il cui sistema immunitario è indebolito. Questo è particolarmente vero per le persone con fibrosi cistica.

I ricercatori hanno persino identificato cloni che vengono trasmessi solo tra pazienti affetti dalla malattia. Possedevano già i geni che permettevano loro di sopravvivere all’attacco dei macrofagi difettosi di questi pazienti.

Batteri P. aeruginosa Ha anche una “capacità eccezionale” di adattarsi a diversi ambienti, secondo le parole di un esperto. El PaisL’esperto che non ha partecipato allo studio. I cloni pandemici rischiano quindi di diventare sempre più resistenti agli antibiotici. I risultati di questo studio potrebbero aiutare gli scienziati a comprendere meglio i meccanismi alla base di questo sviluppo e forse a sviluppare modi per contrastarlo.

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