Il quotidiano Guardian ha affermato che una donna di 47 anni, rimasta gravemente paralizzata dopo aver subito un ictus, è riuscita a parlare di nuovo grazie alla scienza. Tuttavia, gli era possibile vocalizzarsi attraverso l’avatar digitale, poiché i segnali emessi dal suo cervello venivano tradotti in frasi ed espressioni facciali.
Il principio è un’interfaccia neurale diretta, nota anche come “interfaccia cervello-computer”. Questa tecnologia potrebbe rivoluzionare la presenza di molti pazienti che hanno perso la capacità di parlare, ad esempio dopo un ictus o a causa della sclerosi laterale amiotrofica (o morbo di Charcot).
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Le soluzioni esistenti finora sono state molto limitate: hanno comportato l’uso di macchine che sintetizzano minuziosamente il suono, a un ritmo lento, il tutto dettando che una persona lo esegua attraverso i movimenti degli occhi o la parola in altre parti del viso. Qualcosa da comunicare, certo, ma senza alcuna speranza di riuscire a portare avanti una conversazione in modo naturale.
Conversazione ed espressioni facciali fluenti
Ma la tecnologia più recente, descritta dal sito scientifico New Atlas, è molto più ambiziosa. Si basa sull’impianto di 253 piccoli elettrodi sulla superficie del cervello, che permettono di rilevare e analizzare la sua attività elettrica, per trasmetterla sotto forma di parole ed espressioni facciali.
D’ora in poi non solo sarà possibile avere un dialogo dinamico con l’intervistatore, ma i pazienti potranno anche utilizzare il proprio avatar per sorridere, mostrare sorpresa o aggrottare la fronte. Il nostro obiettivo è…
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