martedì, Novembre 19, 2024
EconomiaLa saga Ducati, come la squadra italiana ha battuto le big giapponesi

La saga Ducati, come la squadra italiana ha battuto le big giapponesi

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Pur essendo nato a Torino, il pilota italiano Francesco Bagnaia, campione in carica e attuale leader della classifica, è quasi di casa all’autodromo del Mugello, dove domenica 11 giugno si corre il Gran Premio d’Italia, sesta delle 20 tappe. Campionato del mondo di motociclismo. “Pecco” – questo il suo soprannome – vinse qui nel 2022, la sua moto assemblata a meno di 100 chilometri di distanza, a Borgo Panigale, alle porte di Bologna, dove ha sede la fabbrica Ducati dal 1935.

Dal 2020 la regina delle competizioni di velocità è dominata dall’Emilia-Romagna, monopolio dei costruttori giapponesi dagli anni ’70, ed era l’ultimo titolo che le mancava. Diventando campione del mondo di piloti, Francesco Bagnaia ha messo fine all’attesa di mezzo secolo.

Certo, l’australiano Casey Stoner aveva già vinto il titolo su Ducati nel 2007, ma bisognava tornare al 1972 per trovare un italiano campione del mondo di velocità su una moto da cross alpino: Giacomo Agostini su Agusta, nella 500cc3. Il 2022 è stato ancora più positivo per la Ducati che ha vinto anche la Superbike, una competizione in cui i team utilizzano motociclette ottimizzate per la produzione.

Otto macchine sono sulla griglia di partenza

La filiale della casa automobilistica tedesca Audi (dal 2012) ha dato i mezzi per far sì che ciò accada. A differenza dei suoi concorrenti, la Ducati ha tre squadre spaziali in MotoGP, che le forniscono moto pronte all’uso, permettendole di mettere otto vetture sulla griglia di partenza, quando Honda ne ha solo quattro e Yamaha, due.

Avere molte moto è un vantaggio cruciale. In questo modo Ducati può raccogliere più dati rispetto ai suoi concorrenti e trovare le impostazioni ottimali. “Senza dati, una motocicletta non può esprimere tutto il suo potenziale.”spiega Regis Laconi, Vice Campione del Mondo con la Ducati in Superbike 2004 e ora consulente di Canal +.

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Anche quando il suo leader cade, la Ducati può portare tre piloti sul podio, come è avvenuto durante il Gran Premio di Francia a Le Mans il 14 maggio, con l’italiano Marco Pezzicchi che ha vinto una Ducati-VR46 davanti allo spagnolo Jorge Martin e al francese Johan. Zarco ed entrambi con Ducati Pramac.

Dopo aver vinto la gara sprint di sabato 10 giugno al Mugello, Bagnaia ha quattro punti di vantaggio su Bezeki. Cinque dei primi sei in classifica sono piloti Ducati. Tuttavia, la concorrenza non è mai stata così serrata: dieci piloti venivano spesso prenotati entro mezzo secondo durante le qualifiche. In questo contesto, come si spiega questo predominio?

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