L’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha detto martedì che la produzione industriale in Italia è nuovamente scesa a marzo dopo tre mesi consecutivi di aumento, perdendo lo 0,1% in un mese. Nel 2020 la produzione industriale è scesa dell’11,4%, il peggior calo dalla crisi del debito nel 2009, a causa delle misure restrittive adottate per frenare la pandemia di coronavirus.
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A febbraio la produzione industriale ha registrato un lieve aumento dello 0,1% in un mese, dopo essere cresciuta dell’1,2% a gennaio e dello 0,1% a dicembre. Tra i principali settori di attività, l’energia (+ 1,8%), i beni intermedi (+ 0,5%) e i beni strumentali (+ 0,2%) hanno visto aumenti a marzo su base mensile.
Al contrario, i beni di consumo sono diminuiti dell’1,5%. Rispetto a marzo 2020, mese in cui sono entrate in vigore le misure restrittive, la produzione industriale è balzata del 37,7%, nei dati corretti per gli effetti di calendario. L’Italia, primo Paese colpito dalla crisi sanitaria in Europa, ha imposto rigide restrizioni a marzo e aprile 2020, che hanno paralizzato gran parte del suo tessuto economico. La produzione industriale è diminuita del 28,1% a marzo.
PIL inferiore nel 2020
Le società hanno progressivamente ripreso le loro attività a fine aprile con un’accelerazione da maggio (+ 42,2%). Tuttavia, la situazione sanitaria si è nuovamente deteriorata in ottobre, spingendo le autorità a prendere nuove misure di contenimento.
L’impatto dell’epidemia sull’economia italiana è stato grave lo scorso anno, con il PIL in calo dell’8,9%. Nel primo trimestre l’Italia ha subito un calo del PIL dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, in un contesto economico ancora afflitto dalla pandemia di coronavirus. Ma per tutto il 2021 Roma prevede un aumento del PIL del 4,5%.
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