Dopo due mesi consecutivi di crescita, la produzione industriale italiana è diminuita dell’1,8%. Si distingue particolarmente nei settori ad alta intensità energetica.
Dopo un mese di agosto stellare, superiore alle aspettative, in Italia la produzione industriale ha iniziato a invertire il trend. L’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha dichiarato giovedì che il Paese ha registrato a settembre un calo dell’1,8% rispetto al mese precedente. Nel periodo luglio-settembre è sceso dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Rispetto a settembre 2021, la produzione industriale italiana è scesa dello 0,5%, dati rettificati per gli effetti di calendario.
Ad agosto è invece cresciuta del 2,3%, dopo luglio che ha registrato anch’esso un incremento dello 0,4%.
Praticamente tutti i settori sono interessati, ma in particolare il settore energetico, che ha registrato il calo maggiore della produzione industriale (-2,7%), oltre che dei beni intermedi (-1,8%). Per contro, il settore dei beni di consumo è rimasto stabile e il settore dei beni strumentali è cresciuto leggermente dello 0,1%.
L’analisi dell’Istat evidenzia la netta differenza tra i settori industriali che consumano più o meno energia. I settori chimici, così come i produttori di legno di carta, metalli e plastica, ei grandi consumatori di gas o energia elettrica, hanno rallentato la loro produzione.
In questo contesto, il La fiducia delle imprese è in forte calo, per la quarta volta consecutiva in ottobre. Anche i consumatori pensano. Il loro indice di fiducia è sceso a 90,1, il livello più basso dal 2013.
Le prospettive di crescita dell’Italia
La crescita del PIL italiano dovrebbe ancora raggiungere il 3,7% quest’anno, secondo le nuove stime del governo. Queste previsioni sono state riviste al rialzo grazie all’annuncio di a aumento improvviso 0,5% Nel terzo trimestre era prevista una leggera flessione.
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha affermato che con il calo della produzione industriale e il rallentamento del settore dei servizi, il governo prevede un calo del PIL nell’ultima parte dell’anno.