La polizia italiana ha scoperto nella notte tra lunedì e martedì un piccolo edificio non identificato in una città della Sicilia dove si nascondeva il padrino della mafia più ricercato d’Italia, Matteo Messina Denaro, ed è stato arrestato lunedì a Palermo dopo 30 anni di latitanza.
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Il covo di Matteo Messina Denaro, 60 anni, era a Campobello di Mazara, un paesino di 10.000 abitanti non lontano dalla sua roccaforte di Astillvetrano in provincia di Trapani, dove è nato e si è fatto le ossa.
Le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nel piccolo condominio a due piani, dipinto di giallo. L’appartamento dove avrebbe alloggiato il padrino è rimasto chiuso per molto tempo. All’interno, gli investigatori non hanno trovato armi, ma profumi e vestiti di lusso.
Il piccolo edificio è posto sotto costante sorveglianza della polizia, che vieta a chiunque di avvicinarsi. Contattati dall’AFP, i poliziotti si sono rifiutati di fornire dettagli.
Matteo Messina Denaro è stato trasferito lunedì sera con un elicottero militare in Abruzzo, regione a est di Roma affacciata sul mare Adriatico, dove, secondo i media, dovrebbe essere rinchiuso in un carcere di massima sicurezza, forse nel comune dell’Aquila.
Il viaggio di Matteo Messina Denaro, spietato killer a capo di una grande rete finanziaria, segue le orme dei grandi leader storici di Cosa Nostra, Totò Riina e Bernardo Provenzano, morti in carcere rispettivamente nel 2017 e nel 2016.
È stato arrestato lunedì mattina a margine di una visita medica alla clinica La Maddalena di Palermo, noto istituto dove era ricoverato, sotto falso nome, per un tumore al colon.
Era vestito in modo molto elegante e indossava un orologio di lusso del valore compreso tra i 30 ei 35.000 euro. Nel corso della sua carriera “ha beneficiato di importanti misure di tutela e su questa tutela si concentra l’inchiesta”, come ha confermato lunedì sera il responsabile del parquet di Palermo Maurizio de Lucia nel corso di una conferenza stampa.
L’inchiesta dovrà stabilire se l'”ultimo padrino del clan Corleone” – clan reso celebre al cinema dal “padrino” – sia rimasto sull’isola durante tutta la sua carriera o se sia rimasto anche all’estero.
Matteo Messina Denaro, nato nell’aprile del 1962, occupava il primo posto nella classifica stilata dal ministero dell’Interno dei sei criminali più ricercati d’Italia.
Era stato condannato in contumacia nel 2000 all’ergastolo per l’omicidio, e nel 2020 per l’aggressione al giudice antimafia Giovanni Falcone, assassinato per ordine di Cosa Nostra nel 1992.
Matteo Messina Denaro è una delle ultime grandi figure di Cosa Nostra, largamente decimata dalle incessanti operazioni dello Stato dopo l’assassinio dei due giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
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