Il recente ritiro di Joe Biden all’età di 81 anni dimostra inequivocabilmente l’enorme potenziale di alcuni anziani della nostra società. In effetti, pochissimi di noi sarebbero in grado di portare a termine tutti i compiti inerenti a una posizione di così alto livello come quella di guidare gli Stati Uniti. Tuttavia, per questo motivo, Biden si distingue nettamente dal resto della popolazione.
Sfortunatamente, le competenze del presidente Biden non rappresentano lo standard per ciò che un ottantenne può ottenere. La realtà mostra che molte persone vedono diminuire le proprie funzioni cognitive e fisiche dopo i 75 anni.
La perdita di memoria, i problemi del linguaggio (afasia) e i disturbi della coordinazione motoria (atassia) sono già comuni. Infatti, anche se l’aspettativa di vita in Quebec è di circa 85 anni, l’aspettativa di vita sana è di circa 65 anni.
Discriminazione basata sull’età
Questo declino delle capacità motorie e cognitive è normale. Tuttavia, il conseguente ageismo contribuisce spesso ad accelerare questo declino. Tutti, infatti, tendiamo a giudicare negativamente i limiti degli anziani, perché riflettono una debolezza che porta inevitabilmente ad una certa inefficienza produttiva.
In breve, nella nostra società ricca e materialistica, il valore della nostra identità deriva generalmente dalla nostra capacità produttiva. Sono ciò che produco e ciò che possiedo. Tuttavia, si ritiene presto che l’anziano abbia un deficit su questo asse della redditività materiale.
Spesso dimentichiamo che il valore di un individuo non può essere ridotto a ciò che produce o possiede. anzi. Ora sappiamo che la personalità degli individui ha un impatto molto maggiore sul loro benessere rispetto al valore dei loro conti bancari. I tratti della personalità sono importanti perché determinano il modo in cui reagiamo ai fattori di stress della vita. Se si osservano grandi progressi con l’avanzare dell’età, sono proprio questi cambiamenti negli atteggiamenti e nel modo in cui affrontiamo lo stress della vita.
Benefici dell’invecchiamento
In generale, notiamo che dopo i 60 anni le persone anziane tendono ad avere maggiore fiducia in se stesse. Conosce meglio i suoi punti di forza e i suoi limiti, preparandosi ad affrontare le avversità con maggiore serenità. Inoltre, sono più accomodanti e amichevoli nelle loro interazioni rispetto ai giovani. Non cercherà lo scontro e saprà scegliere le sue battaglie.
Alla fine, mostrano una maggiore stabilità emotiva e meno pensieri nervosi. Ad esempio, non sentirà improvvisamente uno stato di rabbia senza avere la capacità di controllarlo e tenderà a giudicare la realtà in modo più parsimonioso (meno distorto nella percezione). Quest’ultima abilità lo porta spesso a non esagerare o “amplificare” i suoi fallimenti o perdite.
In sintesi, è vero che gli anziani mostrano notevoli cali fisici e cognitivi, ma queste perdite sono spesso controbilanciate da miglioramenti psicologici legati alla loro personalità. La sua conoscenza di sé, la fiducia, le capacità riparative e la stabilità emotiva devono essere l’invidia di molti giovani.
Frankie Burnish, Ph.D
Professore di Psicologia
Autore del libro Con chi ho a che fare?