L’economia dell’Eurozona ha confermato la sua forma compatta quest’estate. Nel terzo trimestre il PIL è sceso dello 0,1%, secondo i dati pubblicati martedì da Eurostat. Da dodici mesi l’Eurozona attraversa un periodo di recessione dal quale non sarà facile uscire. In un anno il Pil ha registrato una crescita solo dello 0,1%, il che non significa nulla, con la crisi energetica legata alla guerra in Ucraina e l’elevata inflazione che ne è seguita. La buona notizia è che i prezzi stanno iniziando a scendere. Nell'Eurozona i prezzi al consumo sono aumentati solo del 2,9% su base annuale in ottobre, mentre a settembre sono aumentati del 4,3%. Questo rallentamento dell’inflazione può essere spiegato in primo luogo dal calo dei prezzi dell’energia. Ciò potrebbe sostenere la spesa delle famiglie nel lungo termine.
Il PIL tedesco è diminuito
Nel frattempo, la Germania, la più grande economia dell’eurozona, ha registrato un leggero calo del PIL nel terzo trimestre. L’attività economica ha risentito del calo dei consumi delle famiglie. Hanno resistito solo gli investimenti commerciali. Ma in un periodo di rallentamento della domanda e di aumento dei costi di finanziamento, è improbabile che questa performance si ripeta nel breve termine.
Da parte sua, la Francia ha visto la sua crescita rallentare in modo significativo: il suo PIL è aumentato solo dello 0,1% tra luglio e fine settembre. Per quanto riguarda l’economia italiana, quest’estate ha smesso di muoversi. Anche in questo caso, il calo dei consumi delle famiglie ha influito sulla crescita nelle Alpi.
Non è prevista una ripresa per la fine dell’anno. Tutti i sondaggi condotti tra i leader aziendali indicano un’ulteriore stagnazione dell’attività economica o addirittura un calo del PIL nel quarto trimestre. Anche le famiglie non sono ancora di buon umore. Se l’inflazione sta diminuendo e i salari stanno aumentando più rapidamente dei prezzi nell’eurozona, le perdite di potere d’acquisto subite negli ultimi due anni devono ancora essere recuperate. Pertanto, i consumi non sembrano destinati a riprendersi immediatamente.
Verso una crescita debole nel 2014
Gli economisti si aspettano che questo periodo difficile continui nella prima metà del prossimo anno. Infatti, si aspettano una crescita di appena lo 0,6% nell’Eurozona nel 2024.
Ora è stata sollevata la questione dei motori della crescita nei prossimi anni. Patrick Artus, capo economista di Natixis, ritiene che la crescita nell’area euro rimarrà debole a causa del rallentamento della domanda interna, esacerbato dall’invecchiamento della popolazione. Anche la domanda esterna appare lenta. L’economia cinese sta rallentando, le barriere al commercio internazionale stanno aumentando e l’economia globale si sta riorganizzando in blocchi regionali concorrenti. Per lui l’unica speranza risiede negli investimenti che le aziende devono fare per combattere il cambiamento climatico. Ma attualmente la trasformazione energetica non è sufficiente a stimolare l’attività.
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