Venerdì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha accettato di esaminare la questione della squalifica di Donald Trump, in relazione a una decisione presa dallo stato del Colorado che impedisce all'ex presidente di comparire alle urne in quello stato.
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La Corte Suprema, direttamente coinvolta in una questione altamente politica, con una maggioranza conservatrice, ha annunciato che esaminerà il caso l’8 febbraio.
Fino a quando non prenderà la sua decisione, le schede elettorali dovranno comunque includere il nome di Donald Trump in Colorado, come nel caso del Maine, un altro stato che ha preso una decisione simile.
Donald Trump, il favorito alle primarie repubblicane per le elezioni presidenziali del prossimo novembre, ha chiesto mercoledì alla Corte Suprema, da lui ampiamente riformata, di occuparsi della questione.
Alla fine di dicembre, la Corte Suprema del Colorado, e poi il Segretario di Stato del Maine, hanno preso una decisione per impedire a Donald Trump di candidarsi alle primarie del Partito Repubblicano in questi stati, che sono decisioni storiche.
In entrambi gli stati, i funzionari hanno ritenuto che il miliardario repubblicano non potesse tornare alla Casa Bianca e hanno stabilito che il repubblicano aveva compiuto atti di “ribellione” durante l’assalto al Campidoglio nel 2021 e che era quindi non idoneo alla presidenza, secondo al 14 di questo mese. Modificare la costituzione.
Questo emendamento, adottato dopo la guerra civile americana, esclude dalla responsabilità pubblica chiunque, dopo aver prestato giuramento di difendere la Costituzione, si impegna in atti di “ribellione” o “insurrezione”.
Questo emendamento si applica, in questo contesto, a Donald Trump? Questa è la domanda urgente a cui la Corte dovrà rispondere.
Secondo Donald Trump e i suoi avvocati, se la decisione del Colorado verrà confermata, sarà la prima volta nella storia americana che il sistema legale impedirà agli elettori di votare per il candidato alla carica presidenziale di un grande partito.
Secondo loro, questa giurisdizione spetta esclusivamente al Congresso.
Gli avvocati di Trump hanno anche sostenuto nella loro mozione che la sezione 3 dell'emendamento non si applicava a lui come presidente, che il 6 gennaio non era una “insurrezione” e che l'uomo d'affari “non era in alcun modo coinvolto in un'insurrezione”.
Il 6 gennaio 2021, centinaia di sostenitori di Donald Trump hanno preso d'assalto violentemente il Campidoglio, il santuario della democrazia americana, per tentare di impedire la certificazione della vittoria del suo avversario Joe Biden.
Donald Trump e i suoi più accaniti sostenitori continuano a dubitare, senza prove, dei risultati delle elezioni del 2020.
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