La Russia ha annunciato, martedì, di imporre sanzioni al primo ministro canadese Justin Trudeau, al presidente degli Stati Uniti Joe Biden e a diversi membri dei loro governi, in risposta alle misure punitive contro Mosca nei confronti dell’Ucraina.
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In una dichiarazione separata, il ministero russo ha annunciato di aver sanzionato 313 canadesi, tra cui il primo ministro Justin Trudeau e molti dei suoi ministri.
Negli Stati Uniti sono state prese di mira anche 13 persone, tra cui Biden e il suo segretario di Stato, Anthony Blinken, ha annunciato il ministero degli Esteri russo in un comunicato stampa.
Il ministero degli Esteri russo ha affermato in una dichiarazione che questa decisione è “una conseguenza inevitabile del percorso di estrema paura nei confronti della Russia seguito dall’attuale amministrazione statunitense”.
L’esatta natura delle sanzioni non è stata specificata e il ministero russo ha affermato solo che sono state adottate “sulla base del principio di reciprocità”.
In risposta all’intervento militare russo in Ucraina, gli Stati Uniti hanno in particolare vietato al presidente russo Vladimir Putin e al capo della diplomazia, Sergey Lavrov, di entrare nel suo territorio e hanno annunciato un gran numero di sanzioni economiche.
Tra le figure americane soggette a sanzioni, troviamo anche il capo del Pentagono Lloyd Austin, il capo di stato maggiore americano Mark Milley, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, o il capo della CIA William Burns.
Ancora più sorprendente è la presenza dell’ex segretario di Stato ed ex candidata alla presidenza Hillary Clinton, nonché di Hunter Biden, figlio dell’attuale presidente degli Stati Uniti.
Il diplomatico russo ha aggiunto che annuncerà “molto presto” ulteriori sanzioni contro funzionari militari statunitensi, funzionari eletti, uomini d’affari e personalità dei media.
Allo stesso tempo, la diplomazia russa ha sottolineato che mantiene “relazioni ufficiali (con gli Stati Uniti), quando corrispondono al nostro interesse nazionale”.
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