(Washington) Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden intende “ricalibrare” il rapporto con l’Arabia Saudita, e per farlo, cambiare gli assi: re Salman invece del principe ereditario Mohammed bin Salman (MBS).
Determinato a definire l’incongruenza sulla questione con Donald Trump, Joe Biden, da quando è salito al potere il 20 gennaio, ha fatto piccoli passi per prendere le distanze da Riyadh.
“Abbiamo detto chiaramente dall’inizio che ripristineremo il nostro rapporto con il Regno dell’Arabia Saudita”, ha detto Jane Psaki, portavoce del Dipartimento esecutivo degli Stati Uniti, durante la sua conferenza stampa quotidiana.
Ha sollevato interrogativi su un possibile futuro scambio telefonico tra il presidente e Mohammed bin Salman, che è stato il principale interlocutore durante la presidenza Trump.sono Psaki ha chiarito che questo non era all’ordine del giorno.
“La controparte del presidente è il re Salman e scambierà opinioni con lui quando sarà il momento”, ha detto.
Gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita sono alleati storici e da Franklin Delano Roosevelt tutti i presidenti americani si sono presi cura dei reali sauditi.
Ma il sostegno incrollabile di Trump a Riyadh, dove ha fatto il suo primo viaggio presidenziale, e la sua vicinanza (come suo genero, Jared Kushner) al giovane principe ereditario sono stati un punto di svolta.
Accogliendo Mohammed bin Salman all’inizio del 2018 nello Studio Ovale, Donald Trump è arrivato al punto di insistere sulla sua “grande amicizia” con quest’ultimo. “Ci capiamo”, ha detto, riferendosi al nuovo uomo forte del più grande esportatore di petrolio del mondo.
“Cancella messaggio”
L’ex diplomatico Aaron David Miller, negoziatore sotto i governi democratico e repubblicano, ha risposto su Twitter: “Biden sta inviando un messaggio inequivocabile – e benvenuto – all’Arabia Saudita”.
Ha aggiunto: “I giorni in cui Mohammed bin Salman ha chiamato direttamente la Casa Bianca sono finiti, almeno per il momento”.
Due settimane dopo il giuramento, Joe Biden ha annunciato la fine del sostegno degli Stati Uniti alla campagna militare saudita in Yemen, dicendo che aveva “creato una catastrofe umanitaria e strategica”.
Il capo della diplomazia statunitense, Anthony Blinken, ha deciso di rimuovere gli Houthi dalla lista nera delle “organizzazioni terroristiche” degli Stati Uniti. Questi ribelli, sostenuti dall’Iran, stanno combattendo il governo yemenita sostenuto dai sauditi.
Le organizzazioni umanitarie hanno criticato l’inserimento nella lista nera, deciso all’estremo dall’amministrazione Trump, perché rischia di ostacolare l’erogazione degli aiuti nelle vaste aree controllate dagli Houthi.
Un altro notevole cambiamento di tono: il nuovo inquilino della Casa Bianca non ha fretta di chiamare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che Donald Trump è stato particolarmente simpatico.
Quando gli è stato chiesto nuovamente perché il signor Biden non lo avesse contattato, circa un mese dopo essere entrato in carica, il sig.sono Psaki ha confermato che questo scambio avrà luogo “presto”.
E ha detto che “la sua prima telefonata con il leader della regione sarà con il primo ministro Netanyahu”.
Nikki Haley, un ex ambasciatore alle Nazioni Unite sotto Donald Trump, ha accusato l’amministrazione Biden di “sprezzante” di “un amico come Israele”.
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