Mentre siamo tutti concentrati sul confronto tra Israele e Hamas, l’amministrazione Biden sta cercando di ridurre il conflitto e la crisi umanitaria che infuria in Congo.
Gli Stati Uniti hanno investito molto più di quanto si pensasse nel conflitto al confine con il Ruanda.
E dopo una telefonata del Segretario di Stato Blinken e una visita del funzionario della sicurezza nazionale Avril Haines, hanno appena proposto un piano di allentamento della tensione.
Relazioni trascurate
In genere prestiamo poca attenzione alle relazioni USA-Africa, ma gli americani sotto Joe Biden sembrano avere un rinnovato interesse per il continente. Basta almeno intervenire quando già sosteniamo Ucraina, Israele e Taiwan.
Gli Stati Uniti furono maggiormente coinvolti in molti paesi africani quando combattevano il comunismo. Tuttavia, sia per il Congo (ex Zaire) che per il Ruanda, il rapporto ha continuato a essere ineguale, soprattutto per il Ruanda dopo il genocidio.
La Casa Bianca è attualmente preoccupata per gli omicidi, i massacri e gli stupri compiuti dal gruppo ribelle M23 nell’est del Congo.
Questo gruppo, sostenuto dal Ruanda, opera da tempo, ma l’anno trascorso è stato insolitamente violento e una controffensiva congolese ha esacerbato la crisi umanitaria.
La Cina al centro dell’attenzione
Se la situazione al confine continua a peggiorare, non solo aumenteranno le atrocità, ma potremmo anche perdere il controllo di questo conflitto, che potrebbe estendersi ad altri paesi africani.
Per gli americani i problemi sono molteplici. Innanzitutto c’è il rapporto economico con il governo del congolese Felix Tshisekedi.
L’accesso continuo a risorse come il cobalto o il litio (il Paese ha le più grandi riserve non sfruttate al mondo) rappresenterebbe un enorme vantaggio per lo sviluppo tecnologico (ad esempio le batterie elettriche).
Dopo aver trascurato l’Africa per così tanto tempo, gli Stati Uniti si sono resi conto che la Russia non aveva commesso lo stesso errore. Inoltre, si dice che il presidente ruandese Paul Kagame stia imitando Vladimir Putin.
L’ultimo grande timore è che la Cina non abbia aspettato il risveglio americano per interessarsi all’Africa. In quello che potrebbe essere paragonato ad un adattamento alla Guerra Fredda, gli americani hanno un po’ di terreno da recuperare, dato che la Cina è già diventata il principale partner economico del Congo.
Mentre ripensavo al conflitto e al ruolo dell’amministrazione Biden, non potevo fare a meno di pensare a Henry Kissinger.
Se la crisi umanitaria è davvero reale, è probabile che l’ex titano della diplomazia abbia limitato la sua analisi della situazione agli interessi strategici.
Durante la Guerra Fredda si discuteva spesso della teoria del domino. Se allora si temeva che il regime sovietico facesse cadere un domino dopo l’altro nel suo campo, nel 2023 Joe Biden dovrà fermare la rapida avanzata della Cina.