La Calabria è quella regione d’Italia dove, per giustizia, è meglio essere un mafioso della ‘Ndrangheta che un sindaco che viene in aiuto degli esuli. Domenico Lucano, ex sindaco di Riace, è stato condannato giovedì dal tribunale di Locri a tredici anni e due mesi di reclusione e al rimborso all’Unione Europea e alla Repubblica Italiana di 500.000 euro di sussidi versati al suo comune per sostenere l’integrazione dei migranti.
Pur non essendo stata accolta l’accusa di aver favorito l’immigrazione clandestina, è accusata di irregolarità nell’aggiudicazione di appalti pubblici a cooperative di migranti e di aver firmato una carta d’identità per una donna nigeriana. che non era residente nella sua città. Da giovedì si riversano gesti di solidarietà rivolti a questo sindaco semplicemente umano.
Riace, un modello di successo
Va detto che l’esperimento di Riace – che alcuni chiamano il “Modèle Riace” – è stato un successo, evidenziato anche nei verbali dell’ispezione dei Centri Speciali di Accoglienza (CAS) per migranti. Tali sopralluoghi erano stati comunque effettuati per contestare le pratiche in corso a Riace. Quali sono ?
L’amministrazione italiana concede un contributo di 35 euro ai comuni che ospitano un CAS. Di solito, questo denaro viene utilizzato per finanziare cibo o alloggi per gli esuli. Il Comune di Riace ha utilizzato questi fondi per creare posti di lavoro. Migranti e italiani sono stati assunti per migliorare la raccolta dei rifiuti, per rinnovare il centro cittadino. Le case vuote lasciate dagli emigranti di Riace, partiti per cercare lavoro nel nord Italia o in Argentina, potrebbero essere state occupate da questi nuovi migranti, dall’Albania, dalla Siria o dal Sudan.
Questa politica è stata accolta dai Riacesi. Mimmo Lucano, vincitore delle elezioni comunali nel 2004 a favore della divisione del diritto, ottiene la maggioranza assoluta nel 2009 e 2014. L’assessore ha avuto anche onorificenze internazionali. Nel 2010 si è ritrovato il terzo miglior sindaco secondo l’associazione World Mayor. Nel 2016 è stato tra le 50 persone più influenti al mondo nella classifica Forbes.
Mancanza di prove
Mimmo Lucano resta una figura simbolo di un’altra politica, in un’Italia avvelenata dall’estrema destra. L’allora ministro dell’Interno, il leader della Lega, Matteo Salvini, non aveva mai smesso di coinvolgere Mimmo Lucano. Quest’ultimo si è candidato, alle elezioni di domenica 3 e lunedì 4 ottobre, a consigliere regionale della Calabria. Il suo capolista, anche sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha salutato il suo vicepresidente: “Siamo orgogliosi di avere nella nostra squadra Mimmo Lucano, un uomo giusto, l’antitesi del crimine. “ Ex magistrato, critica la decisione del tribunale: “Non abbiamo mai visto una condanna doppia rispetto alla richiesta dell’accusa, almeno nei processi di questo titolo. Alla fine Lucano sarà assolto e anche loro dovranno scusarsi. “ In effetti, l’accusa aveva richiesto solo sette anni di reclusione.
Siamo orgogliosi di avere nella nostra squadra Mimmo Lucano, un uomo giusto, l’antitesi del crimine. “
Quando si è trattato di pronunciarsi sull’istruttoria e sul mantenimento delle misure privative della libertà nei confronti di Mimmo Lucano, destituito dall’incarico nel 2018, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’istruttoria presentava molti «congetture» e soffriva di mancanza di prove. Prove che non sono state fornite, secondo la difesa durante il processo. “Lo accusano di averlo fatto per prendere voti dopo che è stato dimostrato che non ha ricevuto un centesimo”, sottolineano Maurizio Acerbo e Stefano Gallieni, rispettivamente segretario e addetto all’immigrazione di Rifondazione comunista.
A Riace o in altre città, questo fine settimana, sono state organizzate manifestazioni per sostenerlo. L’account Twitter di Amnesty International ha pubblicato questo fine settimana: “In attesa di leggere le motivazioni della sentenza, la condanna di Mimmo Lucano appare sproporzionata e sproporzionata”.
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