Meno di dieci giorni dopo il terribile naufragio che ha ucciso almeno 82 persone al largo delle coste della Grecia, è questa volta al largo dell’isola italiana di Lampedusa che giovedì è affondata una barca di migranti.
L’imbarcazione di ferro, partita da Sfax in Tunisia, trasportava 46 migranti provenienti dall’Africa sub-sahariana.
Tra i dispersi sette donne e un minore
La barca ha dovuto affrontare condizioni meteorologiche avverse e una quarantina di persone risultano disperse, ha detto venerdì la portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati in Italia, Chiara Cardoletti.
Tra i dispersi ci sono sette donne e un minore. I sopravvissuti sono tutti uomini adulti. Alcuni sono stati inviati a Lampedusa e altri riportati in Tunisia.
«È inaccettabile continuare a contare i morti alle porte dell’Europa», ha denunciato Chiara Cardoletti, riferendosi ai naufragi mortali di barconi di migranti già avvenuti in Italia, Grecia e Spagna. “Un meccanismo di salvataggio in mare coordinato e condiviso tra gli Stati è ora anche una questione di coscienza”, ha affermato.
Lampedusa, uno dei principali punti di accesso all’Europa
Situata a circa 145 chilometri dalla costa tunisina, Lampedusa è uno dei principali punti di ingresso per i migranti che attraversano il Mediterraneo.
L’anno scorso vi sono sbarcate più di 46.000 persone, su un totale di 105.000 arrivi in Italia, secondo l’Alto Commissariato per i Rifugiati.