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Italia. Morte della cantante Milva, “la pantera di Goro”

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Aveva eseguito alcuni dei più grandi successi della canzone italiana degli anni ’60 e ’70 ei suoi capelli rossi erano conosciuti ben oltre i confini della penisola: la cantante e attrice defunta Milva venerdì era conosciuta come “la pantera di Goro”.

“Credo di aver fatto bene e con dignità il mio lavoro”, ha detto Milva nell’ottobre 2010, durante la sua ultima apparizione televisiva. “Ho danneggiato la mia salute facendo uso di farmaci che mi hanno aiutato a sentire meno il peso del mio lavoro”, ha poi spiegato l’artista annunciando il ritiro dopo 50 anni di carriera, citando problemi di salute e di memoria.

Nata il 17 luglio 1939 nel paese di Goro in Emilia-Romagna (Nord), Maria Ilva Biolcati, alias Milva, è entrata nel panorama artistico italiano in occasione dell’edizione 1961 della rassegna canora di Sanremo, il grande incontro posto per la canzone transalpina, dove si colloca al 3 ° posto. Oltre alle sue qualità vocali, il pubblico scopre anche il temperamento vulcanico di quella che è già soprannominata “la pantera di Goro”.

Identità ribelle

Le polemiche, spesso clamorose, hanno accompagnato una carriera che è andata ben oltre i confini italiani, il suo talento è stato riconosciuto in America Latina, Spagna, Francia (dove è stata paragonata alla Piaf) e soprattutto in Germania, paese da cui ha imparato la lingua. . La sua rivalità con Mina, altra icona della canzone italiana degli anni Sessanta e Settanta, ha segnato anche un’intera generazione di italiani anche se questo concorso artistico, fatto saltare in aria dalla stampa, è sempre stato smentito dalla stessa Milva.

Durante questo periodo, la cantante ha costruito un’identità di ribelle, iscrivendo nel suo repertorio inni alla libertà (ha cantato molto presto Ciao bella, la canzone dei partigiani antifascisti) e canzoni politicamente impegnate, in cui racconta la storia della vita del proletariato. Gli è stato poi dato un nuovo soprannome, “la Rouge”, un colore che si adattava sia ai suoi capelli che al suo impegno politico a sinistra.

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Avventura teatrale

Negli anni ’70, senza rinunciare alla sua carriera di cantante, Milva ha intrapreso l’avventura teatrale. Dopo il suo debutto al Piccolo Teatro, creato nel 1967 a Milano da Giorgio Strehler, ha suonato con successo nel 1973 in L’Opera Quat’sous di Bertolt Brecht che lo stesso Strehler mette in scena in Italia e in tutta Europa.

Le sue interpretazioni del repertorio di Brecht gli valsero la Medaglia dell’Ordine al Merito della RFG, dove la sua canzone Cosa penso (“What I Think”) è stato il numero 1 nelle vendite e nel disco d’argento nel 1978. Dal 1973 al 1980, la diva è stata in tournée in Europa, Canada, Russia e Giappone con la band soprannominata “I Milvi”.

La sua passione per la politica l’ha portata ad incontrare diversi autori impegnati, come il greco Mikis Theodorakis, condannato all’esilio dalla dittatura dei colonnelli, o l’italiano Franco Battiato, che ha co-scritto per lei Alexander Square (1982), uno dei suoi titoli più famosi. In totale, ha registrato una sessantina di album e ha anche lavorato con i compositori di musica da film Ennio Morricone, Francis Lai e Vangelis.

Nel 1984, è stata anche un’artista memorabile dello spettacolo Il tango di Astor Piazzola al teatro parigino Bouffes du Nord. Sposata nel 1961 con il regista Maurizio Corgnati, che era il suo pigmalione e da cui ha avuto una figlia, Martina, nel 1963, Milva ha anche condiviso la vita dell’attore Mario Piave, assassinato in circostanze misteriose nel maggio 1979.

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