Il direttore dell'Accademia fiorentina crea scalpore
Cecilie Hollberg vede Florence come una prostituta che avrà difficoltà a diventare di nuovo vergine. Il mondo politico è improvvisamente attaccato dalla virtù. Ridicolo…
È una scoreggia nell'acqua. Ma una scoreggia significativa, per non dire significativa. Questa flatulenza agita oggi Firenze, che si ritiene diffamata. Responsabile di tutto ciò è la direttrice dell'Accademia, Cecilie Hollberg. Una donna tedesca di stanza dall'agosto 2015 nel museo che conserva il “David” di Michelangelo. La donna ha avuto la sfortuna di dire davanti alla stampa: “Una volta che una città diventa una prostituta, è difficile che ritorni vergine”. Con questo si riferiva all'“overtourism” che oggi affligge la città toscana durante tutto l'anno. In passato qui l’inverno era ancora una stagione tranquilla. Non è più lo stesso. Ho degli amici che sono tornati devastati da Firenze a fine gennaio. Nel centro storico non è rimasto quasi un centimetro quadrato di vuoto.
“Se così fosse, i fiorentini sarebbero figli di una prostituta e turisti suoi clienti”.
Inutile dire che tutti hanno reagito con lo sguardo di una vergine spaventata quando hanno sentito le parole di Cecilie. Il ministro della Cultura ha considerato le sue parole “gravi e offensive”. Avrebbe “agito” come avrebbe dovuto. Il vicesindaco di Firenze era indignato. “Se così fosse, i fiorentini sarebbero figli di una prostituta e turisti suoi clienti”. L'ex primo ministro Matteo Renzi, di cui non si sente più parlare molto, ritiene che la signora Hollberg dovrebbe chiedere scusa o dimettersi. Mi sembra che debba comunque giungere alla fine del suo mandato, se non ricordo male, non rinnovabile.
Inutile dire che da allora il diffamatore ha fatto marcia indietro. Avrebbe usato parole inappropriate così come si possono avere gesti inappropriati. “Quello che volevo dire è che Firenze deve essere testimone, per tutta l’Italia, di un turismo sempre più sostenibile e non di massa”. Parole virtuose! Soprattutto detto da una donna che ha contribuito a rendere l'Accademia ancora più inagibile. Prima c’erano 1,4 milioni di visitatori all’anno in uno spazio piuttosto piccolo. Ora mostra 1.7. L’ultima volta che ho oltrepassato l’ingresso stretto, alla fine del 2023, ho visto tre linee competitive intasarsi sul marciapiede e sulla carreggiata. Uno era per i gruppi, il secondo per i visitatori con biglietti timbrati e il terzo per i clienti che dovevano comunque passare dalla cassa. Niente andava avanti. Non c'era l'ordine che oggi regna negli Uffici.
Firenze finalmente sul banco degli imputati
Per il momento siamo lì, cioè da nessuna parte. Ma mi sembra positivo che una persona autorizzata una volta si sia lasciata andare a uno sfogo. Si parla sempre di Venezia congestionata solo su alcuni punti specifici. Firenze generalmente passa tra le gocce. Come San Giminiano d'estate o il Vaticano dal 1° gennaio al 31 dicembre. Tutti vogliono fare qualcosa per porre rimedio a questo stato di cose. Mi sembra però difficile stabilire un numerus clausus per le città, anche se sono musei a cielo aperto. Non vedo come arginare il turismo di massa che oltretutto non porta soldi quasi a nessuno. A parte qualche biglietto d'ingresso, terribili fette di pizza e forse l'hotel più economico possibile, gli overtourist non spendono nulla. In ogni caso non ne avrebbero i mezzi. Ma diventiamo davvero dei buoni visitatori perché possiamo permetterci di buttare via i soldi? Domanda seria.
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