I sindacati dei giornalisti della RAI, l'emittente pubblica italiana, hanno lanciato un appello allo sciopero per protestare contro la crescente ingerenza politica.
Lo sciopero sarà osservato dal 6 al 7 maggio, a seguito di una telefonata del primo ministro albanese Edi Rama. Questo è un parente stretto di Giorgia Meloni, che ha concluso con lei un controverso accordo sull'immigrazione, che ha chiamato un caporedattore della RAI per lamentarsi di un servizio. Il sindacato dei giornalisti Usigrai ha indetto uno sciopero, non essendo stato rassicurato dalla direzione su questo intervento e l'ingerenza politica in onda.
Il che non sorprende, visto che l'intera gestione è stata rilevata dal governo. Giampaolo Rossi, amico intimo di Giorgia Meloni, era stato nominato direttore generale della Rai un anno fa. Anche se esiste una grande tradizione di dipendenza dei dirigenti della televisione pubblica dal governo, i sindacati dei giornalisti denunciano un controllo sempre più soffocante e lo zelo dei suoi leader.
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Denunciata la censura di un testo di Antonio Scurati
È successo tutto sabato scorso. Antonio Scurati, che ha ricevuto il Premio Strega, l'equivalente del Goncourt per una trilogia su Mussolini, è invitato a intervenire sul canale pubblico Rai 3. In vista dell'anniversario della liberazione diItalia, il 25 aprile 1945, pensava di leggere un testo in cui avrebbe fatto il collegamento fondamentale tra il fascismo storico e il populismo autoritario del partito di Giorgia Meloni. Tuttavia, mentre si recava in studio, ha ricevuto un messaggio che annullava il suo intervento.
Così Giorgia Meloni ha affermato di non c'entrare lei, che si è trattato di una pura decisione editoriale, ha addirittura pubblicato il testo di Scrurati sulla sua pagina Facebook e ha lasciato intendere che questa è la somma richiesta da chi scrive – 1800 euro – che sarebbe la somma origine del problema. Resta il fatto che effettivamente la censura c'è stata. Nel testo letto in onda dalla conduttrice Serena Bortone, la scrittrice accusa la Meloni di non aver mai ripudiato l'esperienza fascista.
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Libertà di espressione in pericolo?
Onestamente no. È il 41esimo paese su 180 nella classifica di Reporter Senza Frontiere e c'è un'ampia diversità di opinioni nei media. Ma ci sono ancora segnali preoccupanti, come la cosiddetta legge “Gag” che mira a vietare qualsiasi riproduzione di un provvedimento di affidamento. Un modo per tutelarsi dalle inchieste giornalistiche. Poi alla Rai è stata accantonata una serie di cronaca nera di Roberto Saviano. Si può dire che la legge europea sulla libertà dei media, che tutela le redazioni dalle ingerenze politiche, sarà ben accolta in Rai.
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