L’Italia, in collaborazione con la Francia e con il sostegno della maggior parte dei Paesi membri, ha chiesto alla Commissione Europea di organizzare incontri periodici per monitorare l’attuazione del memorandum con la Tunisia. Lo rivela l’agenzia di stampa italiana il il suo sito webquesto lunedì, 25 settembre 2023.
Questo tema è stato al centro di un incontro di lavoro tra il capo della DG Near (politica di vicinato e negoziati sull’allargamento), Jan Gert Koopman, e i rappresentanti permanenti.
Inoltre, l’Unione Europea stanzia 127 milioni di euro a favore della Tunisia nel quadro di questo memorandum. Più precisamente, durante l’incontro, fonti diplomatiche hanno insistito sull’importanza della “applicazione urgente” di questo accordo.
Pertanto, l’obiettivo principale del memorandum è rafforzare la capacità delle autorità tunisine di gestire efficacemente le proprie frontiere.
Sempre secondo il sito Ansa.itnelle prossime settimane la Tunisia specificherà le necessità che ritiene necessarie per migliorare la gestione della migrazione, spaziando dalle attrezzature meccaniche alla fornitura di imbarcazioni, passando per il rifornimento di carburante e la formazione delle autorità locali.
Ancor di più, la prima serie di misure per attuare questo accordo dovrebbe essere annunciata presto. Mentre i fondi concessi dall’Ue si riferiscono in gran parte a programmi di cooperazione conclusi tra il 2021 e il 2022.
Ciò significa che l’idea di organizzare un Forum di cooperazione rimane attuale.
Infine, dall’incontro è emerso che tutti sono d’accordo sulla necessità di sviluppare partenariati con la Tunisia, simili a quelli del memorandum. Che non si limiterebbe unicamente alla questione migratoria, ma abbracciarebbe aspetti più globali.
Così come è stato sottolineato nel corso dell’incontro che la lotta all’immigrazione in Tunisia deve essere condotta nel rispetto dei diritti umani. Sapendo che l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni è già operativa in Tunisia per facilitare i rimpatri. E che l’Italia spinge per un maggiore coinvolgimento dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).
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