Secondo questa nuova legge, il transito e l’attracco delle navi nelle acque territoriali “sono garantiti solo al fine di assicurare il salvataggio e l’assistenza a terra delle persone imbarcate per tutelarne l’incolumità”.
Le navi devono inoltre dimostrare l’idoneità tecnica per una navigazione sicura. Una volta effettuata l’operazione di soccorso, le organizzazioni umanitarie devono avviare molto rapidamente le procedure per richiedere la protezione internazionale, chiedere immediatamente alle autorità il porto di sbarco e raggiungerlo senza indugio.
In caso di inosservanza di tali norme da parte di armatori e comandanti, ed in particolare in caso di trasbordo da una nave ad un’altra, sono previste sanzioni amministrative e pecuniarie da 10.000 a 50.000 euro, che possono essere accompagnate da la detenzione e il sequestro delle navi.
Parlando recentemente in parlamento, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha affermato che il governo “non ha alcuna intenzione di venire meno al proprio dovere di accogliere e mostrare solidarietà alle persone che fuggono da guerre e persecuzioni”, ma che non ha nemmeno intenzione di fare marcia indietro, ribadendo il principio che “ nessuno entra illegalmente in Italia”.
Secondo il funzionario, “è tempo di riportare il fenomeno migratorio in un quadro rigoroso di legalità”.
I passaggi lungo il Canale di Sicilia rappresentano la principale via di ingresso clandestino in Europa via mare, secondo i recenti dati di FRONTEX, citati dal ministro, che ha presentato anche gli ultimi dati del suo dicastero.
Nel periodo dal 1° gennaio 2021 al 9 novembre 2022, le ONG hanno portato, nell’ambito di 91 eventi di sbarco, 21.046 migranti sulle coste italiane, di cui 9.956 nel 2021 e 11.090 nel 2022, ha affermato, riferendosi a un flusso migratorio significativo che supera la capacità del sistema di accoglienza nazionale, già messa a dura prova con l’arrivo in Italia di oltre 172.000 ucraini.
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