Il suo futuro calcistico è ancora in sospeso. Tuttavia, è atteso Christian Eriksen, vittima di un infarto il 12 giugno durante una partita di Euro con la Danimarca “a braccia aperte” all’Inter quando si è riposato, ha assicurato mercoledì il nuovo allenatore dei campioni d’Italia, Simone Inzaghi. “In questo momento deve pensare al riposo, ma da allenatore dell’Inter lo aspetto a braccia aperte“, ha spiegato il successore di Antonio Conte durante la sua conferenza stampa di presentazione.
“Avevo parlato con lui prima dell’Europeo, non dopo l’incidente. È un giocatore su cui scommettevo”, ha aggiunto, pur sottolineando che Eriksen, sotto contratto con il Nerazzurri fino a giugno 2024, ora servirà tempo. “La cosa più importante è che ora Christian possa riposare e riprendersi. Poi vedremo come si evolve la situazione.“, ha temperato il tecnico italiano.
Dal momento che il suo ictus, il regista danese di 29 anni ha avuto un defibrillatore in miniatura impiantato per regolare la sua frequenza cardiaca. Un dispositivo che mette un grosso punto interrogativo sul resto della sua carriera. “Le raccomandazioni europee fanno sì che non possa più praticare sport agonistico di alto livello. Ancor di più quando il giocatore ha già avuto un arresto cardio-respiratorio”, ci ha spiegato il professor François Carré che ha valutato “la percentuale di possibilità che un giorno torni a giocare, se non è zero, è bassa”.
In Italia, indossare questo tipo di dispositivo è a priori una controindicazione alla pratica professionale del calcio, anche se tutto ovviamente dipenderà dalle future valutazioni dello stato di salute del giocatore da parte della sua società. L’Inter dovrà anche studiare le questioni relative alle clausole assicurative che questo ritorno ai massimi livelli potrebbe generare.
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