martedì, Novembre 19, 2024
EconomiaIstituzioni dell'Unione Europea dopo l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea

Istituzioni dell’Unione Europea dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea

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Sembra che la dinamica di disintegrazione europea incarnata nell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea non sia stata confermata negli ultimi anni. Nessun partito di governo danese, greco o italiano difende più l’uscita del proprio paese dall’unione. Anche i governi populisti ed euroscettici a capo di Ungheria e Polonia non hanno mostrato alcuna intenzione di lasciare l’Unione. In Francia, anche la responsabile del Raduno Nazionale, Marine Le Pen, ha abbandonato l’idea di uscire dall’unione e dalla zona euro.

D’altra parte, le molteplici crisi del primo decennio del XXI secolo hanno rafforzato la necessità di una governance europea con un’architettura mutevole che combina due dinamiche politiche a priori Opposti: integrazione e differenziazione istituzionale.

La differenziazione “orizzontale” è regionale: i paesi del continente europeo non condividono più tutti la stessa politica sociale. Ad esempio, la Danimarca, membro dell’Unione, ha deciso di non partecipare alla politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC) avvalendosi del meccanismo di recesso (tirando fuoristipulato nei trattati. Solo 19 dei 27 Stati membri dell’UE appartengono all’Eurozona. La Norvegia, che non è un paese dell’UE, fa invece parte dell’Erasmus University Exchange Program della Commissione Europea.

La differenziazione “verticale” distingue i settori del lavoro pubblico in base al livello di accentramento del potere tra l’Unione e gli Stati membri. Ad esempio, solo la Federazione è in grado di legiferare in materia monetaria (“competenza esclusiva”), mentre gli Stati possono, in quanto la Federazione, adottare leggi statutarie nel settore dei trasporti o dell’energia (“competenza congiunta”).

In altri settori, come la cultura o il turismo, la Federazione non è competente a legiferare (“giurisdizione di supporto”). Ha “competenze speciali” come in politica estera e di sicurezza, che le consentono di sostenere e coordinare il lavoro degli Stati membri.

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Infine, la differenziazione “trasversale” modella il sindacato attraverso la formazione di coalizioni transnazionali formate secondo, ad esempio, una professione (diplomatico, giornalista o lobbista) e un programma di lavoro pubblico (liberale, sovrano o ambientalista).

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