In Italia, come in altri paesi del continente, le elezioni europee avranno un impatto sulla politica nazionale. Tuttavia, la campagna tarda ad iniziare e non sappiamo ancora chi sarà in testa alla lista delle principali squadre.
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Dal nostro inviato speciale da Roma,
A priori, Giorgia Meloni, la presidente del Consiglio, dovrebbe guidare la lista di Fratelli d'Italia, ma non lo ha ancora annunciato. Gli italiani si stanno prendendo il tempo necessario per lanciare la campagna.
Meloni vuole espandere la sua influenza all’interno dell’Ue
I temi però sono grandi: un tema nazionale, perché sarà il primo grande evento elettorale per il nuovo leader italiano salito al potere un anno e mezzo fa, e un tema europeo, perché Giorgia Meloni è diventata una figura di primo piano l'Unione Europea – punto di riferimento della destra e dell'estrema destra europea che osservano con grande attenzione ciò che accade in Italia.
Inoltre Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia alla fine di queste elezioni avranno senza dubbio molti eletti al Parlamento europeo e come tali potrebbero giocare un ruolo molto importante.
I sondaggi sono favorevoli al leader italiano. A due mesi dalle elezioni gli danno almeno il 27% dei voti. Il partito Fratelli d'Italia è infatti molto più avanti nelle intenzioni di voto. Ciò significa che gli elettori della Meloni, che lo hanno portato al potere nell’autunno del 2022, gli restano fedeli. È riuscita a mantenere la propria base elettorale dopo aver trascorso un anno e mezzo in carica, cosa quasi inaudita in Italia da dieci anni buoni.
In passato, abbiamo visto partiti e figure politiche emergere, vincere le elezioni e poi, una volta al potere, deludere i propri elettori e finire per essere estromessi o addirittura collassare. Pensiamo al Movimento 5 Stelle, ma anche alla Lega Nord Matteo Salvini. Con Giorgia Meloni assistiamo a un fenomeno opposto: Fratelli d'Italia ha travolto le urne nel 2022, ma non c'è erosione elettorale.
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Elettori fedeli a Giorgia Meloni
In un quartiere molto simbolico della capitale italiana, il quartiere della Garbatella, molto noto ai cinefili, perché è lì che si sono svolte alcune scene molto famose del Diario personale di Nanni Morreti – ma conosciuto soprattutto oggi perché è il luogo in cui Giorgia Meloni è cresciuta e dove ha iniziato a fare campagna elettorale – è un quartiere popolare dove si tende a votare a sinistra. Ma lì Giorgia Meloni nel 2022 ha ottenuto ancora il 20% dei voti. E per le strade della Garbatella è molto facile incontrare persone che hanno votato per lei.
Questi elettori ripetono tutti la stessa cosa: innanzitutto che Giorgia Meloni è vicina alla gente, sa parlargli e capisce le sue difficoltà. Certo, dicono, non ha risolto tutti i problemi dell'Italia, ma bisogna dargli tempo. E poi, si dicono orgogliosi del ruolo ricoperto a livello internazionale da Giorgia Meloni.
Risultato positivo per gli elettori italiani di destra, ma Giorgia Meloni preoccupa la sinistra, e anche le associazioni. Le strutture di sostegno ai migranti denunciano un netto inasprimento delle condizioni di accoglienza da quando Giorgia Meloni è salita al potere.
C’è anche un inasprimento dei valori della famiglia, e qui sono le associazioni femministe e LGBT+ a preoccuparsi: il diritto all’aborto non è messo in discussione, ma l’accesso ad esso è reso più difficile. Per quanto riguarda le famiglie LGBT+, hanno dovuto affrontare una battaglia legale molto dura con diverse decine di madri omosessuali che hanno messo in discussione i loro diritti genitoriali. Oltre a queste preoccupazioni, ci sono anche timori riguardo al diritto di manifestare e all’indipendenza dei media, in particolare della televisione pubblica.
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La sinistra indigente di fronte alla Meloni
Il Partito Democratico di centrosinistra spera, nella migliore delle ipotesi, di ottenere il 20% dei voti, ma stenta a trovare una soluzione. La sinistra italiana è divisa, indebolita e non sa davvero come rimettersi in carreggiata. Per il momento cerca di mettere in guardia gli italiani sui rischi che Giorgia Meloni comporterebbe per la democrazia italiana e su una possibile deriva simile al modello di Viktor Orban in Ungheria, sottolineando in particolare il progetto di riforma costituzionale che il leader vuole realizzare per rafforzare i poteri del Presidente del Consiglio.
Per il momento queste argomentazioni non sembrano dare i loro frutti. Giorgia Meloni ha giocato per prima la carta della normalizzazione da quando è al potere: ha rassicurato da questo punto di vista l'elettorato di destra tradizionale, che continuerà quindi a votarla e che le permetterà, salvo ovviamente grandi sorprese, di ottenere un ottimo risultato il 9 giugno.