ROMA L’amore è un’onda sinusoidale. In questo momento siamo al culmine, c’è molto affetto nei nostri confronti ». Il comandante Gregorio De Falco, ex M5S, non rinuncia all’ironia. Queste sono ore di telefonate, messaggi di testo, chat. Tutti molto affettuosi, perché il governo ha perso un pezzo e ha bisogno di stabilità, non solo emotiva. Abbiamo bisogno di voti. C’è chi li chiama “responsabileE alcuni “costruttori”, evocando il capo dello Stato, alcuni “moderati per Conte”, alcuni trasformatori o sfollati. Ma la sostanza non cambia: serve un gruppo di volenterosi.
I calcoli
Ci sono? Al mattino il Pd è apparso pessimista, poi la sera l’ottimismo è filtrato da Palazzo Chigi: si può arrivare a 167-168 senatori, contro 161 per la sicurezza. Numeri fantastici, rispondono altri. Togliendo Iv la maggioranza sarebbe 151. A questo si aggiungono due senatori a vita (Elena Cattaneo e Mario Monti, gli altri 4 spesso non votano). E poi? Ci sono Sandra Lonardo e Raffaele Fantetti (Maie). E fanno 155. Qui ci fermiamo, secondo alcuni senatori. I calcoli dei Renziani non sono dissimili.
I socialisti
L’operazione, come sappiamo, è delicata e densa di dissimulazioni: chi ci pensa lo nega con forza, a volte con disprezzo. L’ambiguità trionfa, anche se Dario Franceschini ha dato il via libera, spiegandolo “Responsabile” è una parola positiva e può essere “apertamente”.
In un comunicato il segretario del Psi Enzo Maraio e il senatore Riccardo Nencini si proclamano “costruttori”. Responsabile, quindi? No, dice Nencini: «Si passa dal governo dell’emergenza al governo dell’Italia a venire. Serve una visione, un progetto lungimirante, una maggioranza autorevole. Insomma, un solido patto legislativo che coinvolge le forze dell’attuale maggioranza ». E così? «Immagina soluzioni di fortuna affidate a un squadra di single essere coinvolti uno per uno piuttosto che mirare a un solido disegno politico sarebbe un errore. Questo non è un tempo che si può affidare a pesche miracolose ».
Costruttori
Quindi no alla maggioranza collettore e senza Renzi. Inoltre, il Quirinale non vuole un governo sostenuto da individui. Abbiamo bisogno di un progetto, abbiamo bisogno di gruppi politici. Da dove verranno? L’UDC Antonio Saccone: «Siamo costruttori per definizione, non possiamo permetterci le urne. Ma questa operazione non regge ». De Falco segue le orme del Quirinale: «Sarebbe solo un’operazione aritmetica con i responsabili. Con i costruttori, un progetto politico ». Saverio De Bonis è in linea: «Abbiamo messo a disposizione il simbolo Maie non per scilipotismo ma dal punto di vista dei costruttori. Adesso siamo in 4 ma puntiamo a diventare 10-15 ». E si dice che la Maie sarà l’embrione di questa sorta di “lista Conte”.
A Palazzo Madama
Palazzo Chigi avrebbero scatenato il sottosegretario Mario Turco e il capo di gabinetto Alessandro Goracci. Il Senato è tutto un piccolo gruppo. Bruno Astorre, un francese, confida a un collega: “Cerco i responsabili”. Paolo Romani, di Cambiamo, scherza o forse no: «I responsabili? Decidiamo quando se ne vanno. I tre Udc adesso sono spaventati ».
Sono tutti un po ‘. Anche a Palazzo Chigi, nonostante l’ottimismo. Perché l’operazione andrà a buon fine non grazie al reclutamento di peoni, ma con il via libera berlusconiano. A quel punto l’arrivo di pezzi di FI, Udc e Cambiamo potrebbe appianare le defezioni nell’Italia viva (sembra già oltre 6). E crea un cavo di sicurezza più ampio.
14 gennaio 2021 (modifica il 14 gennaio 2021 | 23:03)
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