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L’Italia non ha un’agenda nascosta Finanziario. » Di fronte alla stampa venuta a chiedere, all’inizio di febbraio, il tête-à-tète che il presidente del Consiglio, Choguel Maïga, aveva appena dato, Stefano Antonio Dejak, il primo ambasciatore italiano accreditato nel Paese, ha voluto essere rassicurato. Il diplomatico, che ricopre un incarico diplomatico a Bamako dall’agosto 2021, ha espresso gli auspici della Roma “Lavorare fedelmente per costruire ponti per la stabilità, lo sviluppo e la sicurezza che il popolo maliano merita”.
Mentre alcuni Paesi europei – a cominciare dalla Francia – riducono gli impegni in Mali, Paese che è diventato sempre più isolato dopo il doppio colpo di stato dell’agosto 2020 e del maggio 2021, la posizione dell’Italia è di conflitto. La sua diplomazia, un tempo gestita dal vicino Senegal, ha ora una cancelleria nella capitale finanziaria. Nel frattempo si è rafforzata la cooperazione militare, in particolare con l’arrivo all’inizio dell’anno di 200 forze speciali italiane all’interno della “Takoba Task Force” europea, dislocate nel nord per combattere il terrorismo.
È proprio nelle regioni settentrionali del Mali, dove la guerra è iniziata nel 2012 da una coalizione di gruppi armati separatisti e jihadisti, che la diplomazia italiana è più attiva. Il 31 gennaio Bamako ha acceso una foto postata sui social network, che mostra i principali leader degli ex gruppi ribelli comodamente installati su due aerei privati noleggiati dalla Ong italiana Ara Pacis Initiatives for Peace.
argomento tabù
Su invito di questa organizzazione specializzata in mediazione a Roma, rappresentanti dei movimenti armati e il Ministro della Riconciliazione nazionale, colonnello Ismail Waghi, hanno firmato l’Accordo di Roma in linea di principio, testo che definisce le modalità operative della “strategia quadro permanente” (CSP). L’obiettivo di questa struttura, creata nella capitale italiana nel maggio 2021 per chiudere l’unione dei gruppi armati del nord, è quella di accelerare l’attuazione dell’Accordo di pace di Algeri, ratificato nel 2015, tra lo Stato maliano e il governo . i ribelli. Tuttavia, i termini dell’accordo finanziario italiano sono stati mantenuti segreti, sollevando dubbi tra molti analisti finanziari e diplomatici occidentali sul suo vero scopo.
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