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Già 70 mafiosi sono stati condannati durante il massimo processo svoltosi dall’inizio dell’anno in Italia contro la ‘Ndrangheta, la più potente cosca mafiosa italiana. Questo storico processo dà speranza ai calabresi che si stanno organizzando per cambiare mentalità e rilanciare l’economia della regione più povera del Paese
Tra mare e montagna, nelle alture della Locride, sotto le suole della scarpa italiana, ci incontriamo al ristorante Pino Trimbolli. È un indirizzo popolare nella zona che ha suscitato l’interesse della mafia. Ma questo cuoco ha scelto la sua parte: “ In Calabria non si può restare neutrali, qui è tutto bianco o nero. Mi sono schierato dalla parte della legalità, è quello in cui credo. »
In mezzo a una stanza affollata, questo padre di quattro figli racconta: Dopo una serie di intimidazioni, è stato minacciato di morte dalla mafia nel 2019. Per non essere solo nella sua lotta, si è così unito alla Gruppo Gioiello, una cooperativa che riunisce imprenditori, agricoltori e lavoratori vittime della mafia calabrese, un gruppo di 350 persone che, come lui, rifiutano di arrendersi.
“Da allora le minacce sono cessate”.
« Non dormivo la notte e mi sentivo solo, quindi ho avuto un’altra famiglia – il gruppo Goel che lo sostiene – e ho avuto l’opportunità di raccontare tutto pubblicamente perché anche qui c’è una vera omertà, beh, che attira l’attenzione. Da subito sono state tante le persone che hanno scelto di venire al ristorante, proprio perché abbiamo avuto il coraggio di denunciare. Da allora le minacce sono cessate. »
Vincenzo Linarello sottolinea l’influenza del gruppo, la solidarietà e la copertura mediatica degli attentati mafiosi, questi gli strumenti per proteggersi dalla ‘Ndrangheta. È il direttore della Cooperativa Joel. E per 20 anni ha combattuto al fianco di chi resiste alla mafia. ” Hanno versato litri e litri di liquidi infiammabili e un incendio si è diffuso qui. Le fiamme erano così forti che il soffitto è crollato. »
Sviluppare senza passare per la mafia
Siamo in una fattoria in riva al mare, e qui all’ingresso, un trattore completamente bruciato, è dietro il pavimento di un edificio bruciato. Le cicatrici degli ultimi incendi mafiosi subiti da questo agriturismo: sette su sette. Quindi prendiamo una visione opposta, dopo tutte le intimidazioni facciamo grandi feste. ” Quando colpisci la ‘Ndrangheta, la gente dice: “Guarda, qui non cambierà nulla!” Le persone depresse stanno meglio se sono vincolate. Quindi mobilitiamo la popolazione, l’opinione nazionale sulla vittima e il partito crea un’ondata di solidarietà., spiega Vincenzo Linarello. Più ci attacchi, più diventiamo forti. »
Ci assicura che per affrontare le cosche mafiose più potenti, che controllano le regioni italiane più povere, bisogna giocare sul terreno economico. Favorire le opportunità di business e riqualificare il territorio, spesso trascurato. Il sud della Calabria è difficile da raggiungere, manca di infrastrutture e detiene il primato di disoccupazione giovanile italiana.
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