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In Italia lo chef Riccardo De Pra vede le sue pecore divorate dai lupi

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In Italia lo chef Riccardo De Pra vede le sue pecore divorate dai lupi

Riccardo De Pra, chef stellato, getta la spugna. I lupi divoravano le pecore della sua fattoria che resero famosi i suoi piatti.

Mentre i pro lupi ci spiegano che negli altri paesi con i lupi va tutto a meraviglia. Questa è una storia che mina questa affermazione. Riccardo De Pra, chef del ristorante Dolada, a Plois, recentemente protagonista, allevava le proprie pecore dell’Alpago. Sensibile alla valorizzazione di questa razza e alla qualità delle sue carni, ha scelto di allevare lui stesso i suoi animali. Ma questo senza contare i grandi canini.

Tutte le sue pecore morirono sotto le zanne dei lupi

Pochi giorni fa lo chef ha pubblicato sulla sua pagina Facebook: “ Stasera le ultime pecore e gli ultimi agnelli della nostra fattoria sono stati sbranati dal lupo. Dopo questo ennesimo episodio, l’attività di allevamento della “razza Alpago” nell’azienda agricola Doladino venne interrotta, perché troppo grande era la frustrazione nel vedere questa strage continuare, senza alcun intervento da parte delle autorità. “.

Spiega inoltre: “ Avevo una decina di pecore e agnelli vicino al caseificio, a 300 metri dal ristorante. Quasi ogni mese eravamo vittime di predazione. L’altra sera è stata l’ennesima e ultima “.

Il ristorante Dolada, esistente dal 1970, punta a mettere al primo posto i prodotti locali. Il suo leader ha voluto far scoprire questa razza locale valorizzando la carne delle sue pecore. Ma il lupo ha deciso diversamente.

La carne servita in questo ristorante stellato adesso sarà francese.

Lui che amava tanto valorizzare le specificità del suo terroir si ritrova costretto a importare le sue carni. Lo annuncia sui social: “ Da oggi termina anche l’utilizzo e la promozione dell’agnello dell’Alpago da parte del ristorante Dolada… Da oggi utilizzeremo l’agnello francese “manex tête noir”. E anche per spiegare che vuole ricordare agli agricoltori locali che, se questi fatti accadessero in Francia, gli agricoltori francesi non si limiterebbero a belare su Facebook, ma andrebbero a manifestare.

Uno sfogo contro la politica del governo pro-lupo

Già l’anno scorso, dopo un attacco alle sue pecore, il capo aveva scritto che si trattava: “ Una bella idea per reintrodurre il Lupo sulle nostre montagne. Dovremmo davvero premiare queste idee brillanti e, dopo anni di difficoltà, la perseveranza di questa politica. Scoraggiare l’agricoltura che sopravvive solo di appalti e sussidi piuttosto che del valore del suo prodotto. Scoraggiare il turismo rurale con queste stronzate sta diventando la norma qui in Veneto » .

Questo grido del cuore del ristoratore è anche uno sfogo nei confronti delle autorità di cui critica l’inerzia. Dice addirittura che è con i soldi dei contribuenti che gli agenti forestali vengono pagati per non intervenire di fronte alle predazioni dei lupi. Oppure di notte con proiettili di gomma per non spaventarli.

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