I portici di Bologna, una rete di portici che fiancheggiano le strade del centro storico della città italiana, sono stati inseriti mercoledì nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Costruito a partire dal XII secolo nel capoluogo emiliano, i portici si estendono su 62 chilometri nella città medievale, di cui 42 in sono cuore. In legno (sono quasi scomparsi), in pietra o in laterizio, ricoprono strade, piazze, passaggi e marciapiedi, costituendo un riparo dalle intemperie o dal sole e accogliendo bancarelle di mercanti o botteghe artigiane.
Hanno anche permesso nel corso dei secoli diaumentare l’offerta abitativa della città costruendo sopra i portici, una risorsa per Bologna che ha visto un afflusso di milioni di studenti sin dalla fondazione nel 1088 dalla sua università, uno dei più antichi al mondo.
La classificazione dei portici bolognesi come Patrimonio dell’Umanità è “immensa soddisfazione e grande riconoscimento che ci rende felici“, ha accolto il suo sindaco, Virginio Merola.
Tuttavia, solo dodici serie di portici e il loro ambiente edificato diretto sono classificati come Patrimonio dell’Umanità.
“Nel XX secolo l’uso del cemento ha permesso di sostituire le tradizionali arcate dei portici con nuove possibilità costruttive ed è emerso un nuovo linguaggio architettonico, come testimonia il quartiere Barca.“, ricorda l’Unesco.
Il portico coperto che conduce al Santuario di San Luca oltre 3,8 chilometri ha 664 archi ed è considerato il più lungo del suo genere al mondo.
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