La Corte Suprema dello stato americano dell’Arizona (sud-ovest) ha stabilito che il feto sarà considerato un “essere umano non ancora nato” nelle urne per il referendum sul diritto all’aborto previsto per novembre, secondo una decisione annunciata giovedì.
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Il diritto all’aborto è uno dei temi principali della campagna elettorale presidenziale prevista per il 5 novembre tra Kamala Harris e Donald Trump, soprattutto da quando la sua tutela federale è stata infranta nel giugno 2022 da una storica decisione della Corte Suprema a maggioranza conservatrice.
L’Arizona, con una maggioranza repubblicana e un governatore democratico, è uno degli stati chiave che probabilmente determineranno l’esito delle elezioni presidenziali: Joe Biden ha battuto Donald Trump per soli 10.000 voti nel 2020.
Un referendum locale previsto per il 5 novembre potrebbe consentire alle donne di interrompere volontariamente una gravidanza (aborto) fino a 24 settimane di gravidanza rispetto alle attuali 15 settimane. Ci saranno anche delle eccezioni “per proteggere la vita o la salute fisica o mentale della donna incinta”.
Ma è stata la scelta delle parole usate dalla maggioranza parlamentare repubblicana ad attirare l’attenzione della stampa americana, tra cui… Washington Post, Che ha rivelato l’informazione mercoledì sera.
Invece di votare sui diritti dei “feti”, gli elettori dovranno dire se sono a favore o contro l’aborto delle donne che portano “esseri umani non ancora nati”. Lo ha approvato la Corte Suprema locale.
Il Senato dell’Arizona ha votato 1Qualunque Una legge del 1864 che vietava quasi tutti gli aborti, che la Corte Suprema di questo stato aveva ritenuto applicabile all’inizio di aprile, potrebbe essere annullata.
L’abrogazione di questa disposizione, che vieta qualsiasi aborto dal momento del concepimento, a meno che la vita della madre non sia in pericolo, è stata respinta con due voti e sarebbe stata emanata dal governatore democratico Katie Hobbs, che si sarebbe detta “contentissima”. “
Nello stato dell’Iowa (nord), invece, alla fine di luglio è entrata in vigore una legge che vieta la maggior parte degli aborti dopo le sei settimane di gravidanza, ampliando l’elenco di una ventina di stati americani che hanno vietato o limitato severamente questo diritto.
“Questa è una vittoria per la vita”, ha detto il governatore repubblicano Kim Reynolds.
Altri stati, come Colorado, Florida, Maryland, Nevada, New York e South Dakota, dovrebbero votare nei referendum del prossimo novembre sul diritto all’aborto.
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