Giovedì il ministro dell’Interno francese Gerald Darmanin ha accolto con favore il fatto che l’Italia sotto Giorgia Meloni non stia più giocando al “gioco del nazionalismo” nella gestione dei flussi migratori, segnando un notevole cambiamento di tono dopo mesi di tensioni tra Parigi e Roma sulla questione.
Mentre i nuovi arrivi nell’isola italiana di Lampedusa causavano una crisi europea, Darmanin si è recato lunedì a Roma per offrire aiuto alla sua controparte italiana, la Francia, nel controllo delle frontiere esterne delle isole italiane, la prima porta d’accesso all’Europa attraverso il Mar Mediterraneo.
In risposta a una domanda di BFMTV sulla sorte dei quasi 230 migranti sbarcati l’anno scorso per la prima volta in Francia a bordo della nave umanitaria Ocean Viking, al termine del braccio di ferro diplomatico con l’Italia, che li aveva respinti, la Il ministro dell’Interno ha risposto: “Quello che è certo è che la Ocean Viking “era il momento in cui l’Italia rifiutò la soluzione europea”.
Ha aggiunto: “D’ora in poi l’Italia, e di questo dobbiamo essere contenti, non giocherà il gioco nazionalista, ma giocherà il gioco europeo”. Ha dichiarato che la soluzione è europea.
Commenti che rappresentano un radicale cambio di tono nei confronti del vicino italiano.
A maggio, una feroce invettiva diretta da Gerald Darmanin contro il capo del governo italiano, a capo di una coalizione di destra e estrema destra, provocò una crisi diplomatica tra i due paesi. Ha poi affermato che Giorgia Meloni “non è in grado di risolvere i problemi dell’immigrazione per i quali è stata eletta”.
Riguardo alla sorte delle persone arrivate la settimana scorsa a Lampedusa, ha ribadito che la Francia “è chiaramente d’accordo a farsi carico della sua parte di onere”, a condizione che le persone interessate abbiano diritto allo status di rifugiato.
Il ministro dell’Interno ha inoltre sottolineato che la Francia ha offerto il suo aiuto all’Italia per l’applicazione anticipata di una disposizione della Convenzione sull’immigrazione attualmente in discussione a Bruxelles, che consente di presentare una domanda di asilo direttamente alla frontiera.
“Gli stranieri che arrivano nel nostro territorio devono far esaminare la loro domanda di asilo entro due settimane alla frontiera. (…) Abbiamo previsto che i paesi possano aspettarsi che il Parlamento europeo voti su base volontaria. La Francia lo ha fatto. Ha aggiunto: ” Abbiamo chiesto all’Italia di farlo”.
La settimana scorsa, in tre giorni, sono arrivate a Lampedusa, a 150 chilometri dalla costa tunisina, quasi 8.500 persone, un numero superiore alla popolazione totale dell’isola, provocando una saturazione della capacità di accoglienza e una crisi politica.
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