il Costa Concordia Adottato il 7 luglio 2006 nel porto di Civitavecchia, Italia. Ma la bottiglia di champagne che è stata lanciata sullo scafo della nave non si è rotta. Un cattivo presagio per i marinai.
Tempio galleggiante del lusso e del divertimento, gran parte della nave da crociera Costa Concordia è dedicata al divertimento, anche ai più piccoli. C’erano piscine, vasche idromassaggio, scivoli, un campo polisportivo, un cinema 4D, un simulatore di Formula 1, un mini club con sala videogiochi e giostre per bambini.
Fu la prima di una serie di sei navi simili costruite da Fincantieri, all’epoca la più grande nave italiana mai costruita. Dopo l’affondamento, le altre cinque navi simili costruite da Fincantieri subirono modifiche.
la nave sta affondando
L’ora sono le 21:43 e 45 secondi del 13 gennaio 2012, e in 82 secondi il Concordia andrà a sbattere contro gli scogli. Il suo capitano, Francesco Schettino, dà un ordine al timoniere: “350 gradi a destra”. Una voce maschile sconosciuta ripete l’errore “328′ e Schettino risponde: “350 a destra, ok? Altrimenti andiamo sugli scogli”. Si sente l’equipaggio ridere in plancia. L’atmosfera sembra rilassata. Il loro percorso include passando davanti al paese di Giglio Porto, Schettino si accorge però che qualcosa non va: la nave si è spostata troppo vicino all’isola.
Dopo qualche secondo ordinò di svoltare a destra, e subito dopo, per evitare gli scogli, al porto. Ma il secondo comando è stato frainteso dal timoniere indonesiano, Rosley Bean, che ha guidato la nave a dritta: alle 21,45 e 7 secondi, il Concordia si è schiantato contro gli scogli a 8 metri di profondità, a circa 100 metri dalla costa. Il capitano dà subito l’ordine di chiudere le porte di poppa all’acqua, e poi grida disperato: “Santa Madre di Dio, che cosa hai fatto?”.
Il masso che ha scavato una ferita di 53 metri nella parte sinistra della nave è uno degli Scull Rocks, un gruppo di massi di granito che appaiono vicino alla costa. I marinai sono stati scettici su questo per secoli. Pochi sanno che la famiglia Scholes era di proprietà di Rosalba Rossi, che aveva 80 anni ed era allora residente a Giglio. Rosalba è morta nel 2020.
Oggi la Costa Concordia non esiste più; Il suo nome è stato cancellato dal Registro Navale Italiano. Il relitto, simbolo di tragedia, è stato smantellato e la maggior parte delle sue parti riciclate: migliaia di tonnellate di acciaio della nave costituiscono ora le fondamenta di ponti ed edifici italiani. Ma si trovano tracce di Costa Concordia ovunque. Il fotografo italiano Alessandro Gandolfi era interessato alle cose che raccontano la storia della vita a bordo della Costa Concordia. Queste reliquie sono state trovate e conservate dai sopravvissuti o dai residenti locali in memoria del disastro.
L’approccio sensibile del fotografo fa vedere un altro lato della storia del naufragio, ancora in tutte le menti.
“Analista. Creatore. Fanatico di zombi. Appassionato di viaggi. Esperto di cultura pop. Appassionato di alcol”.