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Il Papa incoraggia l’Azione Cattolica italiana nelle parrocchie

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Sabato 29 ottobre Francesco ha ricevuto nell’Aula Paolo VI del Vaticano i responsabili parrocchiali dell’Azione Cattolica Italiana, invitandoli a coltivare la dimensione comunitaria ea continuare ad approfondire il tema della fraternità.

Papa Francesco ha ricevuto nella mattinata di sabato 29 ottobre i membri dell’Azione Cattolica Italiana (ACI), in particolare i responsabili parrocchiali di questa rete. “Apprezzo molto il fatto che ti preoccupi della parrocchia» ha lanciato loro il Santo Padre, anche se ha confessato di essere «di un’altra generazione», di essere nati e di essere cresciuti in un contesto sociale ed ecclesiale diverso. “La realtà socio-culturale in cui viviamo è molto cambiata, lo sappiamoha riconosciuto il Papa, anche in Italia dove è stata ripensata la missione della Chiesa, in particolare quella della parrocchia.

L’esperienza parrocchiale è stata e resta importantecontinuò Francesco. È l’ambiente “normale” dove abbiamo imparato ad ascoltare il Vangelo, a conoscere il Signore Gesù, a offrire un servizio con gratuità, a pregare in comunità, a condividere progetti e iniziative, a sentirci membri del popolo santo di Dio“. L’esperienza dell’ACI si è intrecciata con la comunità parrocchiale, ha spiegato il Papa, riconoscendo di aver avuto”l’amore della Chiesa e la passione della parrocchiain comune con la rete cattolica italiana.

“La fratellanza non si improvvisa”

Francesco ha anche invitato i membri dell’Azione Cattolica Italiana a non temere se “la dimensione comunitaria è un po’ debole” di prima, “è un fatto sociale, che è peggiorato con la pandemia“. Per trovare questa dimensione, è importante “fatelo iniziando a lavorare su voi stessiha spiegato il Sommo Pontefice. Un lavoro che richiede costanza e che consiste nel mettere al centro la fraternità.

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La fraternità non si improvvisa, non si costruisce solo con emozioni, slogan, eventi… No, è un lavoro che ciascuno fa su se stesso con il Signore, con lo Spirito Santo, che crea armonia tra le diversitàha ricordato il Papa, sottolineando che il punto di partenza è stato quello di “esci da te stesso per aprirti agli altri e incontrarli», seguendo Gesù risorto. “La fraternità nella Chiesa si fonda su Cristo, sulla sua presenza in noi e in mezzo a noi. Grazie a Lui, ci accogliamo, ci sosteniamo, ci perdoniamo“.

figure carismatiche

François ha ripreso l’espressione dell’ACI”essere lievito in questo mondo“, sottolineando l’importanza di questa definizione.”Ma a una condizione, che può sembrare ovvia ma non lo è, se n’è accorto: lasciate che il lievito sia lievitato, che il sale sia sale, che la luce sia leggera. Altrimenti, se, stando nel mondo, diventiamo mondani, perdiamo la novità di Cristo e non abbiamo più niente da dire o da dare.“.

Infine, il Papa ha ricordato come queste parole si sono incarnate nelle figure di santi e beati offerti dalla Chiesa ai giovani di oggi: Chiara d’Assisi, Rosa da Viterbo, Dominica Savio, Pier Giorgio Frassati o Carlo Acutis. “Ci insegnano cosa significa essere lievito, essere nel mondo ma non del mondoha osservato, chiedendo ai suoi ospiti di pregare la Vergine, in questo mese mariano, per custodire e meditare nei loro cuori i misteri di Gesù.

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