domenica, Novembre 24, 2024
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Il nuovo tradimento degli intellettuali

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Niall Ferguson, professore di lunga data ad Harvard e Oxford, è uno dei più grandi storici del nostro tempo.

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Pericolo

Dice che nel 1927 Julian Benda pubblicò il suo libro tradimento del clero, Condannando il ruolo disastroso di molti intellettuali nell’ascesa del fascismo.

Mussolini è già al potere e Hitler si avvicina.

Banda accusò gli intellettuali, invece di adottare una mente calma e imparziale, di costruire una giustificazione teorica per l’odio razziale e la tirannia.

Altri lasciarono che accadesse, distolsero lo sguardo, sminuirono, cambiarono argomento e gestirono saggiamente la propria carriera.

Un secolo dopo, afferma Ferguson, il mondo accademico sta assistendo a una rinascita di questo fenomeno.

Il discorso dominante ora è di sinistra, ma i metodi sono gli stessi: perseguitiamo coloro che la pensano diversamente, sosteniamo il razzismo utopico e l’islamo-fascismo, un nuovo fenomeno del nostro tempo.

Studenti, professori e burocrati sono implicati, confidando nella complicità, nell’inconsapevolezza o nella codardia di colleghi, amministrazione, donatori e consigli di amministrazione.

Stai esagerando, è stato detto a Ferguson, prima che venissero offerte le solite giustificazioni.

Chi può essere contrario all’uguaglianza, alla diversità e all’inclusione? Gli intellettuali si sono quasi sempre orientati a sinistra! Forse sei tu quello che diventa reazionario man mano che invecchi!

Tutto questo, dice Ferguson, è andato in frantumi il 7 ottobre, dopo l’attacco di Hamas.

Le reazioni di molti studenti e professori hanno rivelato la scomoda realtà che prevale nel campus.

Ha detto che è diventato impossibile negare che le critiche a Israele spesso virano verso un vero e proprio antisemitismo, molto vicino all’anti-anni ’30 in Europa.

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Dice che c’è stata davvero molta indignazione per le dichiarazioni moralmente confuse fatte dai presidenti di Harvard, del MIT e dell’Università della Pennsylvania di fronte agli appelli allo sterminio degli ebrei nei loro campus.

Tuttavia, dopo la morte di George Floyd, al culmine del movimento Black Lives Matter, la presidentessa dell’Università di Harvard Claudine Guy era interessata solo ad ascoltare il “dolore” e la “responsabilità istituzionale” delle università.

Alcuni hanno addirittura attaccato l’eletto repubblicano che l’ha interrogata perché repubblicana, il che dimostra esattamente ciò che Ferguson denuncia.

Potremmo sorprenderci, dice, che le migliori università del mondo siano infettate da questo doppio virus dell’odio e della cecità complice.

Negli anni ’30 le università tedesche erano le migliori al mondo: Heidelberg, Tubinga, Berlino e altre. Tuttavia, divennero luoghi in cui venne fabbricata l’ideologia nazista.

tardi

Oggi, in nome della “diversità” e della “giustizia sociale”, giustifichiamo il silenzio dei devianti o il tentativo di espellerli.

Lo abbiamo fatto in passato in nome del ripristino della grandezza nazionale.

In passato, molti erano stupiti dalla rapidità con cui la cittadella dell’università tedesca, notoriamente inespugnabile ma internamente corrotta, crollò moralmente e sprofondò nella corruzione.

Oggi, ci dice Ferguson, è già troppo tardi, troppo tardi.

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