venerdì, Novembre 8, 2024
Scienza"Il libro di Dio, la scienza e la prova servono la scienza...

“Il libro di Dio, la scienza e la prova servono la scienza e la fede”.

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con il loro libro Dio e la scienza ne sono la prova (Guy Trédaniel, 2021) e Michel-Yves Pollorè e Olivier Bonacez lanciano un sasso in uno stagno. Hanno lo scopo di descrivere i recenti sviluppi nei campi della fisica e della cosmologia e di concludere Prove dell’esistenza di Dio (Loro chi sono) Moderno, chiaro, razionale, multidisciplinare, affrontabile oggettivamente (sic) nell’universo reale. dopo l “Il patto indiviso del materialismo” Nel mondo intellettuale, gli autori sono felici “La scienza sembra essere alleata di Dio”. Sfortunatamente, il libro contiene bugie che possono essere comprese solo da non scienziati. Simultaneamente ed erroneamente, propone uno schema intellettuale della questione di Dio, che si potrebbe chiamare “materialismo vuoto”.

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La natura è sublime e tutti, specialmente gli scienziati, possono essere sorpresi dalla sua esatta disposizione. Secondo M. Bolloré e Bonnassies, la scienza contemporanea avrebbe esplorato questa disposizione con un tale livello di dettaglio che non siamo più troppo lontani dal mettere il dito sul Creatore, come nel soffitto della Cappella Sistina. Non è né più né meno che un argomento teleologico: la natura, perfettamente armoniosa, non può che essere opera di un intero essere, Dio. Gli autori adattano questo argomento senza nominarlo e distorcerlo per servire il loro scopo. L’esperienza sensibile della natura dovrebbe passare attraverso la pratica della scienza? No, certo: un camminatore solitario che sorprende gli uccelli che sorvolano un lago vive una natura mozzafiato senza esercitare un approccio scientifico. Qualunque sia il mm. Bolloré e Bonnassies, nessuno ha aspettato che il telescopio spaziale Hubble contemplasse la creazione e sentisse il gesto di Dio intorno a loro.

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Errori realistici

Gli autori affermano che la cosmologia moderna “Significa che l’universo ha avuto un inizio”, Conferma della storia della creazione e dell’esistenza del Creatore. Questo è sbagliato: la teoria del Big Bang suggerisce che l’universo occupi uno stato di densità e temperatura crescenti mentre torniamo indietro nel tempo, fino al punto in cui raggiunge regimi di densità e temperatura in cui la nostra attuale comprensione della fisica non è più applicabile. Quindi la scienza non è più predittiva e qualsiasi affermazione scientifica sull’inizio può essere solo un’estrapolazione incerta. Ma che importa, mm. Bolloré e Bonnassies vendono pelle d’orso: avremmo trovato il punto originale.

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Ma lo dimostriamo davvero? la presenza di Dio ? In sottofondo, si capisce che gli autori invocano l’argomento cosmologico: perché ogni movimento abbia una causa, deve esserci un movimento primario, che è Dio. Ancora una volta, il punto viene raggiunto riducendo l’argomento storico a un’espressione vuota: la scienza ha trovato il primo moto, Dio è il primo moto, e così la scienza ha trovato Dio. Ma questa evidenza non soddisfa i credenti! Questo grande orologiaio che ha scatenato il Big Bang e calcolato le costanti fondamentali della fisica, è il Dio della Misericordia che è sceso sulla terra e ha sofferto di una passione per il perdono dei peccati? Ovviamente nessuno ci crede.

Vicolo cieco spirituale

Certamente, pensa all’armonia dell’universo o a Dio come primo cellulare I credenti possono essere consolati nella loro fede, ma gli argomenti cosmologici e teleologici sono un vicolo cieco spirituale, non aiutano a progredire sulla via della fede nel Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe.

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Questo dilemma spirituale nasconde un’altra cosa logica questa volta: l’esistenza di Dio non può essere un oggetto di scienza. Come ci insegna Karl Popper, solo le affermazioni falsificabili, cioè il contributo di nuovi esperimenti possono essere invalidate, sono affermazioni scientifiche. È così che avanza la scienza: attraverso la progressiva falsificazione e affinamento del suo contenuto. Ciò esclude dalla scienza, in linea di principio, una serie di affermazioni, inclusa l’esistenza di Dio. Ricorrere quindi alla scienza per dimostrare l’esistenza di Dio è una doppia situazione, peraltro ben nota.

Dio è rivelazione

Primo, Dio è rivelazione. Poi, per chi vuole meditare sulla verità, “Fede e ragione sono due ali”, Giovanni Paolo II ha scritto in Fede e ragione, monumento ineluttabile alla questione attuale, e una lacuna nei riferimenti operativi. Inoltre, queste ali non sono estranee l’una all’altra. La fede si nutre di conoscenzaSoprattutto conoscere Dio attraverso lo studio della vita e degli insegnamenti di Cristo, attraverso l’interpretazione e la teologia, che sono due scienze. Naturalmente, i credenti sono chiamati ad acquisire questa conoscenza per rafforzare la loro fede come suggerito il post La luce della fede.

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Cercando di bandire il materialismo in uno stato di “credenza irrazionale”, M. Boluri e Bonassis sono in conflitto tra loro. L’ipotesi che Dio appaia in natura come prova della sua esistenza è materialistica. Piuttosto, limitare la comprensione di questo aspetto alla scienza è anche peggio: è materialismo vuoto. Il loro lavoro presenta un discorso scientifico mistico che serve insieme la scienza, improvvisamente privata dei suoi principi e della sua materia, la fede, che si è improvvisamente ritirata dal campo del cuore umano.

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Tuttavia, il cuore umano è dove Dio appare nella sua prima dimensione, quella spirituale. La forza dell’amore, la gioia del perdono, la continuità della fede e della speranza, la felicità dell’amore: se c’è evangelizzazione, sono sicuramente questi movimenti interiori che dobbiamo cercare di descrivere e risvegliare. Se infatti Dio si manifesta anche nella contemplazione della creazione, quest’ultima, benché trascendente, non è la sua unica opera.

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