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EconomiaIl governo italiano "semplificherà e accorcerà la durata delle procedure legali"

Il governo italiano “semplificherà e accorcerà la durata delle procedure legali”

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Inserito il 15 luglio 2021, 11:50

Nelle ultime settimane è iniziato il processo di riforma della giustizia civile e penale. Perché questa legge è così importante?

C’è un obiettivo comune dietro queste due riforme: vogliamo semplificare e accorciare la durata delle procedure. In Italia abbiamo problemi con la lunghezza delle procedure, che ha gravi conseguenze. Innanzitutto per i cittadini, perché se la giustizia impiega troppo tempo per pronunciarsi, si rischia una crisi di fiducia nell’establishment giudiziario. Ma c’è anche un aspetto economico perché secondo l’ultimo rapporto della Commissione Europea, la giustizia lenta ha ripercussioni economiche negative. È una giustizia inaffidabile.

Perché era importante che l’UE intraprendesse questa riforma?

Al completamento del nostro Piano Nazionale di Risanamento, abbiamo assunto impegni molto ambiziosi: ridurre del 40% la durata dei procedimenti civili e del 25% quella dei procedimenti penali. Ci sono quindi ragioni costituzionali, economiche e contrattuali per avviare queste riforme in Italia. Dal punto di vista economico era molto importante. Questa non è l’unica riforma che l’Unione europea ci ha chiesto di attuare. Ci sono anche riforme burocratiche, della pubblica amministrazione e fiscali che devono essere fatte. Ci consentirà di creare un ambiente favorevole a un buon sviluppo economico e sociale. La giustizia è uno dei pilastri di questo ambiente sano.

L’Italia ha un numero di giudici ogni 100.000 abitanti ben al di sotto della media europea. L’aumento delle iscrizioni era previsto?

Abbiamo indetto un concorso per reclutare 310 nuovi giudici e subito dopo l’estate li riassegnaremo di nuovo. Vogliamo anche introdurre il concetto di assistente legale in Italia. Il personale giovane in genere può assistere i giudici nella loro preparazione e in tutte le attività relative al processo decisionale. È un lavoro ben noto in molti paesi europei. L’Unione europea ci ha permesso di assumere 16.500 assistenti legali, il che è eccezionale.

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Per quanto riguarda il procedimento penale, la riforma ha suscitato critiche da parte del Movimento 5 Stelle, che voleva abolire completamente la prescrizione…

Sì, la giustizia penale è stata al centro di molti dibattiti in Italia. Nei procedimenti penali, il termine di prescrizione porta a due tipi di problemi costituzionali. D’altra parte, quando la giustizia è troppo lenta, la prescrizione rende la giustizia incapace di raggiungere il suo scopo. Ma d’altra parte, per l’imputato, un lunghissimo processo diventa una violazione di un diritto fondamentale. Quindi dobbiamo avere procedure più efficienti.

Negli ultimi anni abbiamo modificato la prescrizione per evitare che la durata del procedimento portasse all’insuccesso di alcuni processi. Questo era il senso della riforma Bonafede del 2019, che ha eliminato il termine di prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Ma questa omissione scatenò un’altra polemica, su quali processi potessero continuare dopo il primo processo.

Con l’attuale riforma abbiamo fissato termini precisi per il ricorso e la cassazione: due anni per il ricorso e un anno per la cassazione. Va notato, tuttavia, che la riforma prevede emendamenti per alcuni reati molto gravi, come la criminalità organizzata e la mafia, che beneficerebbero di una prescrizione più lunga.

Un altro obiettivo di queste riforme è ridurre l’uso del contenzioso civile incoraggiando la mediazione e la negoziazione in caso di controversia. Come sarà organizzato in pratica?

Abbiamo fornito incentivi fiscali per coloro che negoziano piuttosto che andare in tribunale. Vogliamo incoraggiare soluzioni alternative che evitino di andare in tribunale se c’è la possibilità di un accordo tra le parti. Questa è una tendenza diffusa in molti paesi – arbitrato, negoziazione assistita… – e penso che sia una cosa utile. È un modo per non essere coinvolti in una causa legale quando non è necessario, ma è anche un modo per promuovere una cultura della negoziazione quando possibile.

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