Basato sull’omonimo romanzo di Sandro Veronesi, questo film italiano presenta un essere umano che combatte se stesso. Colpito da varie tragedie nel corso della sua vita, Marco Carrera cerca in qualche modo di superare il suo dolore.
Una volta messi insieme tutti i pezzi del puzzle, la vita di Marco Carrera, il protagonista di questa storia, diventa più impressionante di quanto sembri. Il regista italiano ha saputo raccontare brillantemente i rapporti tra i vari eroi di questo drammatico film.
In una casa per le vacanze sulla costa tirrenica d’Italia, i membri di una famiglia fiorentina si incontrano per l’estate. La storia inizia negli anni Settanta. Marco, adolescente, condivide le gioie della spiaggia con il fratello Giacomo e la sorella Irene. I genitori li lasciano occupare il loro tempo libero come meglio credono, ei giovani scoprono l’uno l’amore dell’altro a modo loro.
Depressa e psicopatica, Irene viene trovata morta una mattina dalla sua famiglia tra le rocce. Segnato da questo tragico evento, suo fratello Marco non sarà più lo stesso. Lo ritroviamo da adulto nel suo studio medico situato nel centro di Roma. Un uomo stanco della vita riceve una visita improvvisata dallo psicanalista di sua moglie Marina, che lo avverte di un grave pericolo…
La sceneggiatura è composta da diversi flashback che interessano lo spettatore all’inizio della sessione e la sceneggiatura diventa più chiara nel corso dei minuti. Riscopriamo con stupore che l’esistenza è appesa a un filo.
Indipendentemente dall’età delle sue esperienze, positive o negative, Marco deve accettare gli alti e bassi della vita man mano che si presentano e aggrapparsi a chi lo circonda come un ramo per non cadere. Il suo amore ossessivo e impossibile per la ragazza parigina Louisa Lattice, conosciuta in gioventù, non gli permetterà mai di essere veramente felice né come coppia né come famiglia.
La regista Francesca Archibugi ha girato 21 film e serie durante i suoi quarant’anni di carriera. I suoi successi più recenti: L’échappée belle e Nuitsmagiques usciti nel 2018 e nel 2019. La regista ha studiato al Centro Sperimentale e poi all’Ecole de Bassano. Dopo aver realizzato alcuni cortometraggi tra il 1982 e il 1984, entra nello studio Furio Scarpelli per studiare tecnica di sceneggiatura e nel 1986 vince il Premio Solinas per una sua sceneggiatura. Dopo il lungometraggio d’esordio Mignon est partie (1988), ricco di premi, ha diretto Sandrine Bonnaire e Marcello Mastroianni in La grande zucca (1992) e Valeria Golino in L’albero delle pere (1998).
Nominato per la Selezione Ufficiale del Toronto International Film Festival e presentato alla Festa del Cinema di Roma, il suo nuovo luminoso lavoro di due ore racconta la famiglia e la vita in generale.
Nel casting troviamo Pierfrancesco Favino una star nel suo paese. L’attore dal volto familiare ha iniziato la sua carriera in televisione prima di ottenere diversi ruoli importanti nei primi anni 2000. Successivamente, il comico ha interpretato alcuni personaggi oscuri nel cinema.
Al suo fianco troviamo la francese Berenice Bejo e la polacca Kasia Smotnyak. Le due donne interpretano ruoli molto distinti, ma entrambe aggiungono una dimensione in più al film con la loro presenza e recitazione.
Accompagnata da romantiche melodie italiane e da alcuni successi degli anni ’70, questa creazione è tanto sorprendente quanto accattivante.
La psicologia è un elemento chiave nel film. Lo psicanalista di Marina, le parole di Carradori, rispondono a un bisogno che tutti abbiamo di dare un senso alla vita.
È un colibrì
IT – 2022 – 126min – Drammatico
Scritto da Francesca Archiboggi
Con Pierfrancesco Favino, Kasia Smotniak, Bernice Bejo, Laura Morante
Copia film
10.05.2023 al cinema