La Tunisia ha vinto la causa nel caso italiano dei rifiuti. Le autorità regionali italiane della regione Campana (Italia) hanno emesso una decisione che obbliga la società di esportazione italiana SRA responsabile del caso a segnalare i rifiuti inviati in Tunisia entro 90 giorni dalla data del 9 dicembre 2020, in conformità con la Convenzione di Basilea. Nel caso in cui l’azienda italiana si rifiutasse di sottomettersi a tale decisione, le autorità italiane hanno assicurato che esse stesse assicureranno le procedure di carico e ridistribuzione di questi rifiuti domestici.
Lo ha indicato il Ministero degli Affari Locali e dell’Ambiente mercoledì 17 febbraio 2021, in un comunicato, confermando questa informazione che due giorni fa aveva trasmesso al Forum Tunisino per i Diritti Economici e Sociali (FTDES), che ha confermato che l’Italia aveva riconosciuto responsabilità “totale” nel caso di rifiuti importati in Tunisia.
A ricordo dei fatti, una società tunisina, dopo aver sfidato le leggi che vietano l’importazione di rifiuti domestici, ha stipulato un accordo con un’azienda italiana per importare 120mila tonnellate di rifiuti all’anno, equivalenti ai rifiuti prodotti dalla Greater Tunis Company per Rifiuto. 15 giorni per 48 euro la tonnellata (circa 150 dinari). L’importo totale del contratto è di circa 18 milioni di dinari all’anno.
Diversi arresti sono stati effettuati in relazione al caso alla fine di dicembre 2020, tra cui il ministro degli Affari locali e dell’ambiente licenziato, Mustafa Laroui, il suo capo del personale, e un certo numero di dirigenti e alti dirigenti, nonché membri della dogana.
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