domenica, Novembre 24, 2024
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Ha citato in giudizio il funzionario eletto degli Stati Uniti che ha aumentato il suo appello per frode in Brasile

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L’ufficio del procuratore generale di Rio de Janeiro ha annunciato mercoledì di aver riaperto un processo per frode contro un parlamentare brasiliano-americano che ha recentemente ammesso di aver mentito in modo aggressivo sul suo curriculum prima di essere eletto.

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Durante le elezioni legislative dell’8 novembre, George Santos, 34 anni, ha consentito al Partito Repubblicano di sottrarre un seggio ai Democratici, approfittando così di una risicata maggioranza alla Camera dei Rappresentanti del Congresso a Washington.

Ha vinto corse nella contea di Nassau, la parte di Long Island a est di New York City.

Questo figlio di immigrati brasiliani nato nel Queens, uno dei cinque distretti di New York City, è accusato nel paese d’origine dei suoi genitori di aver pagato merci con assegni rubati, in un negozio a Niteroi, vicino a Rio, nel 2008.

Quel caso è stato archiviato nel 2013 perché i querelanti non avevano l’indirizzo necessario del sig. Santos per portare avanti la causa.

“In vista dell’elezione dell’imputato al Congresso degli Stati Uniti, ora ha un indirizzo documentato”, ha spiegato l’accusa in una e-mail inviata ad AFP.

Il deputato rischia una pena detentiva di cinque anni se condannato in Brasile, anche se i pubblici ministeri ritengono improbabile che venga condannato al carcere, dal momento che la sua fedina penale è pulita in quel paese.

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Il signor Santos non ha risposto immediatamente alle richieste di AFP di commentare il caso.

La riapertura di questo processo è un nuovo colpo per il giovane parlamentare già nel mirino di un’istruttoria del procuratore generale di New York sulle “incredibili invenzioni” del suo curriculum.

Lo scandalo è scoppiato dopo che il mese scorso è stato pubblicato un articolo sul New York Times che denunciava le falsità su diversi punti del suo curriculum, poche settimane dopo la sua elezione.

Infine, il signor Santos ha poi ammesso di non aver mai lavorato per le maggiori banche statunitensi Goldman Sachs o Citigroup, né di avere una laurea alla New York University (NYU), contrariamente a quanto affermato.

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