Il metodo diplomatico per tentare di risolvere il conflitto in Ucraina è ristretto, ma passa per Roma. Lunedì, in un hotel della capitale italiana, Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Usa, ha incontrato Yang Jiechi, l’alto funzionario del Partito comunista cinese per gli affari esteri. Le due parti hanno discusso “gli sforzi in corso per gestire la competizione tra i loro paesi e l’impatto della guerra russa contro l’Ucraina sulla sicurezza regionale e globale”.
Secondo il “New York Times”, il presidente russo avrebbe dovuto richiedere assistenza economica e militare a Xi Jinping e il suo sostegno per aggirare le sanzioni occidentali. Il portavoce cinese per gli affari esteri Zhao Lijian ha negato ciò, sostenendo che era necessario “attenuare la situazione e promuovere una soluzione diplomatica piuttosto che aumentare le tensioni”.
“È una questione di preoccupazione per noi”, ha ammesso Jake Sullivan prima di recarsi a Roma. Il consigliere di Joe Biden ha avvertito la Cina che se Mosca aiutasse avrebbe affrontato “conseguenze”. perdite dovute a sanzioni economiche”, hanno riferito i cablogrammi diplomatici. Uno scambio tra Washington e i suoi alleati lunedì La volontà della Cina di sostenere Mosca con aiuti militari ha riportato il Financial Times.
Le intenzioni di Pechino preoccupano gli Stati Uniti. Il 7 marzo, il ministro degli Esteri cinese ha ricordato “l’eterna amicizia” tra il suo Paese e la Russia, denunciando “l’espansione verso est della NATO” e la “mentalità da guerra fredda” di Washington. “Guerra” La Cina si rifiuta ancora di invocare in questo modo per qualificare l’intervento armato di Vladimir Putin in Ucraina. Pechino sostiene anche la tesi russa secondo cui i laboratori ucraini, partner di un programma statunitense di “rischio anti-biologico”, ospiteranno siti di produzione di armi biologiche.
Metti fine al mistero cinese
La Cina non ha partecipato alle sanzioni imposte alla Russia, temendo che un’escalation del conflitto avrebbe sconvolto l’economia globale. Lei è il principale beneficiario indiretto. Dall’inizio del conflitto, Pechino ha revocato le restrizioni all’importazione di grano russo, mentre è stato firmato un accordo per costruire un secondo gasdotto che lo colleghi al vicino. Le banche cinesi stanno finalmente mostrando una scappatoia nello yuan ai russi, impedendo loro di finanziare in euro o dollari. Il volume degli scambi commerciali tra i due paesi è stato di 147 miliardi di dollari.
L’incontro di Roma non ha contribuito a dissipare i dubbi sulle intenzioni cinesi. “Per anni l’Italia ha cullato l’illusione di poter svolgere il ruolo di mediatore tra Russia e Occidente, ricorda il geostratega Germano Duttori. La dipendenza di Washington da Washington non gli ha impedito di non instaurare stretti rapporti economici con Mosca, senza dimenticare l’amicizia tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, ma la diplomazia italiana no Può solo schierarsi con le posizioni degli Usa Tuttavia, la penisola è stata scelta per ospitare questo incontro perché vista come vicina alla Cina ed è stato il primo Stato membro della Nato e Gruppo dei Sette per incorporare il progetto “Nuove vie della seta” promosso da Pechino. »
Affrontare l’incertezza
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