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Guerra in Ucraina: l’ambasciatore russo in Italia attacca giornale dopo articolo su Vladimir Putin

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Guerra in Ucraina: l’ambasciatore russo in Italia attacca giornale dopo articolo su Vladimir Putin

In un articolo del 22 marzo, il quotidiano italiano La Stampa ha immaginato uno scenario fuori dalla crisi bellica in Ucraina con l’assassinio di Vladimir Putin. L’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, ha sporto denuncia.

Mentre la guerra in Ucraina continua, martedì 22 marzo 2022 il quotidiano italiano La Stampa ha preso la sua prima pagina con il presidente russo. «In questa orgia di bugie, disinformazione, mezze verità e propaganda che fa riferimento anche all’Ucraina conflitto, abbiamo con noi stessi almeno l’obbligo di onestamente”.

Dopo aver escluso la possibilità di entrare in guerra direttamente con un esercito, con aerei e bombe atomiche, dopo aver rinunciato alla possibilità di affidarsi alla diplomazia, dopo aver riconosciuto in Putin il nuovo Hitler con cui c’era l’unico rapporto possibile, come con i nazisti , sono finiti in un tribunale allestito per un secondo stato di Norimberga. Il primo piano di Joe Biden, della NATO e degli europei è solo uno: qualcuno a Mosca ucciderà Putin e ci libererà dal peso”, continua.

Queste dichiarazioni hanno sconvolto Sergei Razov, l’ambasciatore russo in Italia, che venerdì 25 marzo non ha esitato a sporgere denuncia contro “La Stampa” per “incitamento all’odio e scusa per il delitto”. “Nel pieno rispetto della legge italiana, sono andato alla Procura della Repubblica per sporgere denuncia chiedendo alle autorità italiane di esaminare il caso del giornale. Mi fido della giustizia italiana”, ha affermato su Twitter l’account Twitter dell’Ambasciata russa in Italia.

Il giornale resiste

Dopo aver appreso di tale censura, l’autore dell’articolo, Domenico Quirico, ha respinto tutte le accuse a suo carico. Dovrebbero trovare un traduttore migliore all’ambasciata russa. Ha risposto che “l’uccisione di Putin è stata immorale”, il contrario di quanto accusa l’ambasciatore russo, La Stampa.

Questa denuncia ha suscitato un’ondata di indignazione all’interno della classe politica.

Simona Malpezzi, capo del Partito Democratico del Senato italiano, ha deplorato questo atto, che ha considerato “intimidazione inaccettabile”. “La libertà di espressione, che spaventa qualsiasi regime autoritario, è uno dei pilastri della democrazia”, ​​ha scritto.

Il ministro dell’Economia, Anna Ascany, ha espresso solidarietà al giornale e ha ringraziato “i giornalisti per il prezioso lavoro che stanno facendo nel coprire la guerra di Vladimir Putin contro l’Ucraina”.

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