Lunedì gli Stati Uniti hanno dichiarato di aver negato il visto al ministro degli Esteri iraniano per recarsi a Washington la scorsa settimana, a causa del comportamento di Teheran e del “sostegno al terrorismo”.
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Secondo quanto riportato dalla stampa, il ministro iraniano Hossein Amir Abdollahian avrebbe voluto recarsi presso l’ufficio interessi consolari iraniani a Washington, dopo aver partecipato ai lavori dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.
“Hanno fatto questa richiesta e il Dipartimento di Stato l’ha respinta”, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller quando gli è stato chiesto spiegazioni durante la sua conferenza stampa quotidiana.
Le relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Iran sono state interrotte dalla rivoluzione del 1979.
“Abbiamo l’obbligo di consentire ai funzionari governativi iraniani e di altri paesi stranieri di recarsi a New York per condurre affari legati alle Nazioni Unite. Ma non siamo obbligati a consentire loro di andare a Washington”, ha detto Matthew Miller.
La visita di questo tipo a Washington da parte di un ministro degli Esteri iraniano è stata la prima in 14 anni.
Il portavoce ha giustificato la decisione di rifiutare il visto “alla luce della detenzione ingiustificata di cittadini americani da parte dell’Iran e del sostegno dell’Iran al terrorismo”.
Tuttavia, la scorsa settimana, l’Iran e gli Stati Uniti hanno condotto un raro scambio di prigionieri, facilitato dal rilascio di 6 miliardi di dollari di proventi petroliferi iraniani congelati in Corea del Sud.
Tuttavia, il capo della diplomazia statunitense, Antony Blinken, nei giorni scorsi ha moderato le aspettative secondo cui questo scambio potrebbe portare a discussioni più ampie, ad esempio sull’energia nucleare iraniana.
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