domenica, Novembre 24, 2024
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Gli assistenti affermano che il divieto del velo non è più la priorità di Le Pen

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Due luogotenenti le hanno detto, domenica, che il divieto di indossare il velo nei luoghi pubblici richiesto dalla candidata presidenziale di estrema destra Marine Le Pen non è più una delle sue priorità nella guerra contro gli islamisti, una settimana prima della seconda torre presidenziale.

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Colui che domenica prossima, sabato, affronterà il presidente uscente Emmanuel Macron, ha ammesso che il velo è un “problema complesso”, e ha sottolineato che è stato “non senza esagerazione”, e ha indicato che la misura controversa che aveva adottato per vietare il velo in la strada sarebbe stata discussa sul quotidiano “National”. folla.

Alla domanda sullo spostamento del programma, il suo portavoce Sebastian Chino ha chiarito domenica a BFMTV che, nel contesto della guerra contro gli islamisti, il divieto del velo nei luoghi pubblici è arrivato dopo aver combattuto contro il finanziamento di salafiti e islamisti.

Ha sottolineato che “quando avremo chiuso le moschee salafite, tagliato i fondi e bandito il salafismo, credetemi faremo cadere il 90% del velo islamico”.

Ha spiegato che se domenica prossima sarà eletta presidente la signora Le Pen, affiderà al Parlamento il compito di definire i contorni del velo: “Il Parlamento prenderà questa domanda e fornirà risposte concrete affinché la nonna già settantenne che indossa il velo da anni non si preoccupa, perché non è il bersaglio, il bersaglio degli islamisti.

Il vicepresidente del Raduno Nazionale (partito di Le Pen, Jordan Bardela) da parte sua ha detto alla radio pubblica France Inter che il velo “sarebbe vietato in tutti gli edifici pubblici, l’amministrazione, ed è chiaro che verrà data l’opportunità ai dirigenti d’azienda vietare le accuse politiche e religiose”.

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Ha aggiunto che il divieto era “un termine obiettivo”, distinguendo tra “il velo delle donne immigrate francesi negli anni ’60 e ’70” e “il velo, che oggi è diventato uno strumento di pressione dei fondamentalisti islamici e una sfida”. per la parità tra uomini e donne.

Il sindaco di Perpignan Louis Elliott RN ha spiegato, in un altro programma radiofonico, che lo spirito della legge è quello di proteggere “coloro che sono sotto pressione dalla famiglia, dalla comunità o dalla società”.

La questione è riemersa di recente in campagna elettorale, ei due candidati su questo punto sono l’opposto. La signora Le Pen sostiene il divieto, Emmanuel Macron difende le libertà religiose.

Quest’ultimo vuole difendere la legge del 1905 sulla laicità, che separa la Chiesa dallo Stato e garantisce la libertà di coscienza e la libertà di culto in Francia.

La Francia ha tra i cinque ei sei milioni di musulmani praticanti e non religiosi, secondo diversi studi sull’argomento, rendendo l’Islam la seconda religione nel paese e la comunità musulmana francese la prima in Europa.

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