Michelangelo nei momenti di angoscia ed euforia per il suo genio creativo, mentre due famiglie rivali si contendono la sua lealtà. L’ambizione di André Konchalovsky nel concepire Michelangelo è immensa: come spiegare i tormenti di un artista straordinario e geniale la cui arte ha sopportato anche noi? Con questo 24 ° lungometraggio, la cineasta russa, che ha lavorato a lungo con Andreark Tarkowski ed è stata vicina a Pier Paolo Pasolini, offre una risposta personale, una visione sorprendente, la sua bellezza mozzafiato. Circondandosi di storici specializzati del Rinascimento, sono stati necessari otto anni per produrre questo film, in cui lo spettatore trova, fin dalle prime immagini, l’altissimo livello di esigenze. La ricostruzione storica è soprattutto sorprendente. La cornice include il massimo in termini di colore, costumi, paesaggi e combinazioni. Ogni inquadratura ricrea la magia della Toscana dell’epoca, come una serie di vivaci dipinti che invitano alla contemplazione, un viaggio nel tempo degno dei più grandi registi del genere, Visconti, Kubrick, Sokorov in primo piano. La sfida di Andreï Konchalovsky è folle, perché nulla suggerisce l’immagine che avrebbe dovuto riprodurre fedelmente alla scala della Cappella Sistina come le dimore di Michelangelo, le tante strade e piazze di Firenze, anche ‘nel porto di Carrara stesso. Ma oltre a questo, Michelangelo colpisce ancora per il suo tono, la semplicità e la verità sul cinema italiano neorealista, che siamo felici di trovare sullo schermo.
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