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Giro d’Italia 2023 – Tempo decisivo, ma soprattutto inferno sul Monte Lussari

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Giro d’Italia 2023 – Tempo decisivo, ma soprattutto inferno sul Monte Lussari

Lo sognavano tutti, questa 106ª edizione del Giro lo ha fatto: regalare alla cronometro individuale del Monte Lussari un ruolo da protagonista nella corsa alla maglia rosa. Al mattino di questa 20esima e penultima tappa, sono ancora in tre quelli che possono sognare di vincere questo Giro d’Italia 2023. Leader all’alba di questo weekend conclusivo, Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) ha 26″ di vantaggio su Primoz Roglic (Jumbo-Visma) e 59″ su Joao Almeida (UAE Team Emirates). Una sciocchezza prima di un cronometro che promette di essere un pezzo di coraggio.

Il Lussari, l’ultima mania del Giro

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La salita del Monte Lussari è stata LA grande attrazione di questo Giro d’Italia 2023. La novità che gli organizzatori avevano scelto per aggiungere una dose in più di difficoltà e “mito” a questa 106esima edizione. Sabato sera sapremo se sono riusciti nel loro obiettivo ma una cosa è certa: non potevano sognare uno scenario migliore per sfruttare la salita friulana. Spesso soprannominato “il balcone delle Alpi Giulie” per il suo panorama mozzafiato, il Monte Lussari è più di una novità: è una curiosità. Ancora mai sfruttato, in nessuna gara ciclistica, il Monte Lussari non era stato nemmeno asfaltato poche settimane prima.

Monte Lussari, “balcone delle Alpi Giulie”

Credito: Getty Images

Fino ad allora la strada che portava al santuario del Lussari era una semplice mulattiera. Nell’ambito dello sviluppo turistico di Tarvisio, le autorità di protezione civile hanno asfaltato la salita con una miscela ecologica di cemento. Ed è tutto un sistema speciale messo in atto per l’occasione: niente auto in salita (la strada è troppo stretta) ma una o due moto per pilota, camera d’equilibrio per cambiare moto ai piedi della salita, tre partenze sessioni distanziate di 50 minuti l’una dall’altra per consentire ai corridori di scendere dalla vetta… Tutto è unico in questa 20a tappa, soprattutto le folli pendenze della salita.

Quasi 5 km a più del 15%…

Penso che sarà molto eccitante da guardare per gli spettatori, ma orribile da fare per noi“, riassume la maglia rosa Geraint Thomas. La salita finale di questo Giro presenta semplicemente 7,3 km con una media del 12,1%. Sì, sì, avete letto bene. Oltre il 12% di pendenza media su oltre 7 Per confronto, il Planche des Belles filles era “solo” 5,9 km all’8,5% al ​​Tour de France 2020. Considerata da molti la salita più dura d’Europa, il Monte Zoncolan offre 10,5 km all’11,5% Il Lussari ha quindi pendenze ancora più dure di questo gigante delle Alpi – anche se sarà più breve – e verrà scalata contro il tempo.

Il Monte Lussari può offrire una pendenza media vertiginosa, ma il peggio è che nasconde al suo interno una “piana” di un grande chilometro al 4% e una piccola discesa di 500 m dopo la fiamma rossa. La verità è che i primi 4,9 chilometri di salita mostrano… 15,3% di pendenza media! Surrealista. Pazzo. I passaggi a questo tipo di percentuali sono sufficientemente difficili e quindi rari da non affrontarli per quasi 5 chilometri senza sosta. Un inferno con passaggi al 22% dove ogni corridore si giocherà la sua sopravvivenza contro il tempo e contro se stesso.

Ci saranno grandi differenze

Il Giro d’Italia finora si è giocato in pochi secondi ma probabilmente è nei minuti che sabato si conteranno i distacchi. “Dovremo recuperare bene per domani (sabato) e cercare di fare forse il miglior tempo della mia vitastimato Thibaut Pinot nei Re del Pedale. In ogni caso, penso che ci saranno grandi differenzeE tutte le certezze che credevamo acquisite potevano andare in frantumi. Nel 2020, sulla cronometro della Planche des Belles Filles, Pogacar aveva staccato di 1’21” il secondo di tappa, l’11° era a 3 ’19″… Quindi su piste come queste? Basta sentire Alberto Contador alla fine della sua ricognizione per sapere che è l’inferno che attende i corridori.

Le ricognizioni di Alberto: Contador affronta lo spettrale Monte Lussari

A differenza del podio del Tour de France dell’epoca, molto probabilmente conosciamo già i primi tre in assoluto. Geraint Thomas, Primoz Roglic e Joao Almeida saliranno sul podio a Roma, salvo un enorme cataclisma, avendo più di 3 minuti di vantaggio sul 4° posto. Ma l’ordine alla fine potrebbe non avere nulla a che fare con l’ordine alla partenza. Ed è proprio questo il bello di questa cronometro sulle pendici del Monte Lussari. Bene, dal punto di vista dello spettatore, ovviamente.

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