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Georgia Meloni si sente “aggredita” dalla magistratura

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Georgia Meloni si sente “aggredita” dalla magistratura

Pubblicato il 17 luglio 2023 alle 7:00

Il governo italiano sarebbe nel mirino di alcuni “giudici politicizzati” che hanno lanciato la campagna per le prossime elezioni europee aprendo inchieste legali contro esponenti dell’esecutivo di Georgia Meloni. Lo afferma una nota anonima trapelata a Palazzo Chigi. Il presidente del consiglio ha affermato di aver fatto infuriare l’Associazione nazionale magistrati “È un’accusa gravissima. Se un giudice è settario o schierato politicamente, semplicemente non è un giudice”, ha dichiarato il suo presidente Giuseppe Santalucia, chiedendo al governo ” rispetto e umiltà”.

La guerra dei trent’anni

I media d’Oltralpe fanno riferimento ai numerosi scontri della “Guerra dei trent’anni” tra potere esecutivo e potere giudiziario. Dal crollo della Prima Repubblica nel 1992 a causa dell’Operazione Mani Pulite dei magistrati milanesi, il loro conflitto è in agguato. Silvio Berlusconi ha raggiunto il suo apice. 36 processi lo hanno preso di mira, ed egli non ha cessato di denunciare le “oppressione” di cui erano oggetto le “vesti rosse”. I suoi vari progetti di riforma hanno suscitato feroci polemiche.

Tuttavia, il sistema legale è ancora notoriamente lento e inefficiente, il che ostacola gli investimenti stranieri. La Commissione Europea ha subordinato parte della spesa in risorse del Recovery Plan italiano alla riduzione della durata dei processi del 25% su cinque anni nelle cause penali e del 40% nelle cause civili. Giorgia Meloni ha annunciato la riforma un mese fa, che ha provocato un vero clamore tra i giudici.

Riforma dedicata a Silvio Berlusconi

Il 15 giugno è stato approvato un decreto di riforma del sistema di giustizia penale. A tre giorni dalla morte di Silvio Berlusconi, il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sesto ne ha fatto “un dono postumo degno dei suoi valori”. Le regole per le intercettazioni saranno inasprite e il loro uso negli esperimenti e la loro pubblicazione sulla stampa saranno ostacolati. I mandati d’arresto dovranno essere firmati in futuro da un collegio di tre giudici e non da un solo giudice, come avviene attualmente. Il diritto dei pubblici ministeri di impugnare le sentenze di assoluzione – una pratica molto comune in Italia – verrebbe ridotto.

Ma il provvedimento più controverso resta l’abolizione del reato di abuso di potere che provocherebbe “un’ingiustificata lacuna nella tutela del diritto penale” secondo Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm. Il disegno di legge sarà ora sottoposto al parlamento per la discussione e l’approvazione.

immagine della magistratura lacerata

Il giurista Giulio Ina Vigevani, professore all’Università di Milano La Bicocca, ritiene che “ogni volta che il governo si sente potente, vuole ridurre il potere della magistratura”. “L’anomalia di Berlusconi ha oscurato la caratteristica italiana di una maggiore indipendenza giudiziaria rispetto a quanto accade nei suoi vicini. Un potere che è stato capace di grandi indagini contro grandi gruppi finanziari o gruppi terroristici negli anni ’70, la mafia negli anni ’80, o il finanziamento illecito di partiti politici nel 1992.” Molti giudici hanno pagato con la vita il loro impegno a falsificare il mito dell’uccisione di un “giudice eroe” come Giovanni Falcone o Paolo Borsellino per mano della mafia.

Giulio Ennea Vigievanni osserva che “il contesto oggi è radicalmente diverso. Giorgia Meloni questa volta si trova di fronte a una magistratura parzialmente screditata. Gli scandali degli ultimi anni hanno dimostrato che alcuni dei suoi partiti si organizzano in gruppi di pressione gelosi della propria autonomia per indulgere in giochi di potere. In la lotta finale con il potere politico Le responsabilità sono condivise”.

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