Il Forum tunisino per i diritti economici e sociali ha affermato giovedì che le date legali (90 giorni) per la riesportazione dei rifiuti italiani nel loro paese di origine sono terminate il 20 gennaio 2021, secondo l’articolo 8 della Convenzione di Basilea (FTDES), sottolineando che le autorità tunisine “non hanno compiuto sforzi sufficienti per raggiungere questo obiettivo. Bersaglio. “
Si interroga sui beneficiari di questo crimine e avverte della possibilità di bruciare e seppellire questi rifiuti in Tunisia, violando così la legge e la costituzione tunisina.
“Affronteremo questi potenziali abusi e ricorreremo alla giustizia per difendere i diritti ambientali, e lavoreremo per garantire che tutti coloro che partecipano a questo problema si assumano le proprie responsabilità”, osserva il Forum in un comunicato stampa, denunciando l’attacco alla dignità tunisina e la violazione del suo diritto alla salute e a un ambiente sano.
Il forum esamina due scenari, uno così grave come l’altro, per il resto di questo disastro ambientale. Il primo è relativo alla rimozione di questi rifiuti mediante combustione e interramento in una discarica controllata o arbitraria, che avrà ripercussioni negative sulla salute umana e animale, sull’ambiente e soprattutto sulle risorse. Naturale, soprattutto acqua. Questo scenario farebbe della Tunisia un cimitero dei rifiuti italiani.
Il secondo scenario riguarda il ricorso all’arbitrato internazionale ai sensi dell’articolo 20 della Convenzione di Basilea, a condizione che la parte italiana accetti la questione, secondo il Forum. Inoltre, il ricorso all’arbitrato internazionale richiederà molto tempo (più di un anno), e sarà costoso per la tesoreria dello Stato (per coprire le spese del collegio arbitrale), durante questa difficile situazione economica.
A questo proposito, FTDES critica il trattamento ingiusto di questo fascicolo da parte delle tre autorità e strutture diplomatiche, che sollecita “seri interrogativi da porre alla parte che ha interesse a trattenere questi rifiuti in Tunisia”.
Invita le autorità ad adottare un approccio trasparente e comunicare in merito alla risoluzione di questo problema e ai mezzi che intendono utilizzare per smaltire questi rifiuti.
Il forum chiede anche il coinvolgimento della società civile, della giustizia, degli avvocati e degli specialisti del diritto ambientale in questo caso, al fine di gestire la riesportazione dei rifiuti nel loro paese di origine.
L’importazione di rifiuti dall’Italia ha scatenato uno scandalo in Tunisia, che ha portato al licenziamento del Ministro degli Affari Locali e dell’Ambiente. Quest’ultimo è stato arrestato lo scorso dicembre, insieme a un certo numero di dirigenti del ministero e dell’ANGED, sapendo che la magistratura non si pronunciava su questo fascicolo.
Secondo il forum, 212 container italiani per rifiuti restano nel porto di Sousse, oltre a 70 container situati presso la sede dell’azienda importatrice a Sousse, dal suo ingresso in Tunisia, durante l’estate 2020.
“Appassionato di alcol. Piantagrane. Introverso. Studente. Amante dei social media. Ninja del web. Fan del bacon. Lettore”.