Un centinaio di persone si accalcano su una barca a vela in un mare mosso.
dice a se stesso Ancora… sotto shock. Pochi giorni fa, un uomo d’affari italiano residente a Monaco, Flavio Briatore, è stato testimone di un caso a dir poco terribile: Abbiamo ricevuto una richiesta dall’ufficio portuale di Crotone [une ville italienne dans la région de Calabre]. I nostri interlocutori ci supplicarono, dandoci le coordinate, di andare a controllare una barca – pensata per essere uno yacht – che chiedeva aiuto ed era a sette o otto miglia da noi.. Cambiammo rotta e trovammo una piccola barca a vela, di circa sedici metri, piena di gente, e lì c’erano almeno un centinaio di persone. Anche gli animali del 19° secolo non venivano trattati in questo modo! (…) La gente urlava per la disperazione, c’erano dei bambini e abbiamo cercato di calmarli dicendo che stavano arrivando i soccorsi.. »
Questa barca a vela conteneva già migranti, spaventati sulla barca, mentre il mare era molto agitato. In un’intervista al quotidiano Verita e AvariFlavio Briatore spiega che i dhow sono stati lasciati da altre barche in acque italiane: ” Mettono i passeggeri sui gommoni e poi li mettono sulle barche a vela. Hanno attivato l’autopilota e l’hanno spento, hanno dato loro una radio in modo che potessero chiedere aiuto e l’hanno lasciata ‘”, dice, spiegando che il capitano della barca a vela è scappato.
Flavio Briatore rimase sul posto fino all’arrivo del capitano. Questa esperienza lo sconvolse e non esitò ad esprimere la sua rabbia: “ Dobbiamo impedire fin dall’inizio questi dannati contrabbandieri, non dobbiamo liberarli, altrimenti questa è una strage. Non vorrei che qualcuno intraprendesse un viaggio del genere. Bisogna pensare a un vero e proprio blocco navale, un blocco nel paese di origine, prima che raggiungano le acque territoriali italiane. »
Secondo il giornale Il SociediarioL’imprenditore, molto contrariato dalla politica italiana sull’accoglienza degli immigrati, suggerisce di investire in Africa, di creare subito posti di lavoro, e quindi di non costringere le persone a lasciare il proprio Paese di origine nella speranza di sopravvivere: Vivo in Africa da 30 anni e ho più di mille persone che lavorano per me. (…) attuale ministro [de l’Intérieur, Luciana Lamorgese] non importa [des migrants]Dovrebbe salire sulle barche per vedere cosa sta succedendo, si rende conto della situazione e sono sicuro che cambierà idea sulla politica di accoglienza. »
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