(Washington) Orecchini, capelli intrecciati o coda di cavallo: le forze armate statunitensi hanno rivisto i propri standard di aspetto fisico lunedì, per riflettere meglio la femminilità e la diversità etnica nei suoi ranghi.
Dopo aver soddisfatto una richiesta a luglio dell’ex segretario alla Difesa Mark Esper nel corso di un dibattito sulla discriminazione razziale all’interno delle forze statunitensi, i militari hanno annunciato durante una conferenza pubblica di aver deciso di consentire acconciature femminili appropriate per tutti i tipi di capelli.
Per la donna militare con i capelli lunghi, l’elegante chignon fino ad ora obbligatorio si presta alla coda di cavallo se ha i capelli lisci o, se i suoi capelli sono ricci o ricci, a trecce che possono essere tirate indietro di lato. Presidente.
Queste acconciature sono consentite a condizione che non interferiscano con l’indossare l’uniforme o il casco durante il funzionamento, con riferimento ai documenti annunciati durante questa conferenza.
Le donne che vogliono accorciarsi i capelli, o addirittura radersi completamente la testa, ora possono farlo.
Gli orecchini sono ammessi, ma devono essere tenuti segreti. Sono ancora banditi nei teatri di intervento.
È consentito anche il rossetto, ma in tonalità neutre, come lo smalto per unghie è ora consentito agli uomini che lavorano in ambienti in cui le loro mani sono a frequente contatto con prodotti chimici aggressivi. La vernice di colore “estremo” (blu, nero, viola o fluorescente) rimane proibita.
Dalla morte di George Floyd alla fine di maggio, un uomo di colore ucciso mentre era in custodia da un poliziotto bianco, ha aperto l’esercito degli Stati Uniti, una delle istituzioni in cui sono presenti la maggior parte delle minoranze negli Stati Uniti, un importante interno dibattito sul razzismo.
La bandiera confederata è bandita su tutte le basi militari statunitensi, dove questo segno, spesso visto come un simbolo di razzismo, è esposto nelle caserme o nelle sale comuni.
Il Pentagono ha anche parlato del suo sostegno al cambiamento del nome delle basi militari per onorare i generali confederati, un’idea a cui si è opposto l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
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