L’origine francese, Emmanuel Dessemsour, si candiderà alle elezioni comunali di Milano del prossimo ottobre. Un impegno politico mosso dalla volontà di garantire il benessere sociale di tutti i cittadini milanesi.
Francese di nascita e residente in Italia, cosa rappresenta per lei, in quanto candidato, questa elezione comunale?
Sposato con un italiano, vivo a Milano da oltre 30 anni. Ho anche ottenuto la cittadinanza italiana nel 2019, dopo tre anni di richiesta, perché volevo poter partecipare in modo più attivo alla vita politica del Paese, in particolare votando alle elezioni nazionali e regionali. È davvero importante poter esercitare il diritto di voto da entrambe le parti. [en France et en Italie]. Ho anche chiesto ai miei due figli di iscriversi alle liste consolari per poter partecipare alle elezioni dei cancellieri dei francesi residenti all’estero lo scorso maggio. Volevo che coltivassero il loro binazionalismo, pur essendo nati e vissuti in Italia.
Questo è anche il motivo per cui i francesi che vivono a Milano devono partecipare alle elezioni della loro città d’adozione, scegliendo il sindaco ei loro consiglieri comunali. Fa parte del percorso di integrazione.
Quale percorso professionale ti ha spinto a impegnarti?
Devo molto all’Italia, e soprattutto a Milano perché è lì che vivo, più precisamente a Rozzano nella periferia della Zona 5 adiacente a Milano Gratosoglio. La città mi ha accolto 30 anni fa, e mi ha dato l’opportunità di integrarmi facilmente e lavorare creando una mia azienda, una startup a tema sociale nel settore del risparmio. Essendo italiano, ho avuto l’opportunità di andare a Milano senza essere residente. Vivo in una città densamente popolata, dove vedo ogni giorno difficoltà economiche e sociali. Tanto più che gestisco, su base volontaria, un centro di ascolto per pratiche da sovraindebitamento per conto dell’associazione dei consumatori “Libas Consumatori”.
Inoltre, la motivazione dietro la mia candidatura era il motto di Giorgio Jogi “Milano per tutti e per tutti”, ovvero “Milano, una città per tutti e tutti”. Questa affermazione, che risponde in pieno alla mia visione, mi ha spinto a presentarmi nella lista dei socialisti milanesi guidata dalla candidatura a sindaco di Giorgio Giogi.
Milanese da 30 anni, cosa ne pensi dello sviluppo della città?
Mi rammarico che Milano – e il suo centro in particolare – sia stato sempre più pensato per le grandi capitali, fino ad abolire progressivamente le piccole botteghe. Ciò ha avuto la conseguenza di gettare i residenti del centro nei sobborghi. Le classi medie, che stanno diventando più povere, hanno un grave problema abitativo.
Milano è sempre stata una città internazionale per la sua storia, ma oggi il focus è sulla speculazione commerciale e immobiliare, non sul cittadino. Vorrei una città dove tutti possano vivere. Per questo, manca particolarmente uno schema urbano che includa l’edilizia sociale.
Qual è la tua ambizione in queste elezioni?
Voglio partecipare alla creazione di una città produttiva che crei e distribuisca benessere sociale e garantisca tutti i beni essenziali, che per me sono la casa, la casa, la salute e il futuro.
Tuttavia, sono convinto che la vera politica si faccia a livello locale e comunale. In questo senso, vogliamo concedere più poteri ai vertici di ciascuno dei nove distretti.
Invito comunque tutti i francesi di Milano a partecipare allo scrutinio del prossimo ottobre, perché è molto interessante capire la complessità del sistema elettorale locale italiano. Bisogna votare un candidato sindaco da una parte, e consiglieri comunali dall’altra, con la possibilità di dare la preferenza a due candidati di liste diverse!
“Appassionato di alcol. Piantagrane. Introverso. Studente. Amante dei social media. Ninja del web. Fan del bacon. Lettore”.